giovedì 28 gennaio 2010

In Svizzera, attese positive indicazioni dall'indice Kof

L'indice Kof è rimbalzato per otto mesi consecutivi e ha raggiunto 1,68 nel mese di dicembre – il massimo degli ultimi 23 mesi. La ripresa dell'economia mondiale dovrebbe spingere l'indice Kof ulteriormente in rialzo all'inizio del 2010, grazie a prospettive più rosee per le esportazioni svizzere. Tuttavia, il ritmo di crescita dell’indice dovrebbe farsi più contenuto nei prossimi mesi, in linea con le accresciute incertezze sulla sostenibilità della ripresa economica in corso. L'indice Kof dovrebbe salire a 1,82, un livello coerente con una crescita dell'economia svizzera nei prossimi sei mesi superiore a quella media di lungo termine.


lunedì 25 gennaio 2010

La Fed rafforzerà il Dollaro?

Un estratto dal nostro report settimanale Top Down Outlook (www.matrada.it)


Nel corso dell'ultima settimana l’Euro ha perso terreno nei confronti delle maggiori valute internazionali: l'Euro è diminuito dell’1.66% rispetto al Dollaro USA, dello 0,53% rispetto alla Sterlina e del 2,61% contro lo Yen giapponese. Più limitata è stata la caduta nei confronti delle cosiddette “commodity currency” (Dollaro australiano, Dollaro canadese, Dollaro della Nuova Zelanda e Corona norvegese), a causa delle conseguenze negative del calo dei prezzi delle materie prime, provocato sia dal rialzo del dollaro statunitense sia dall'inasprimento della politica monetaria cinese.

Il motivo principale dietro la caduta del tasso di cambio dell'Euro è stato il negativo flusso di notizie provenienti dalla Grecia. La settimana scorsa, i rendimenti dei titoli di Stato Greci sono saliti al livello più alto da quando il paese ha adottato l'Euro: durante la settimana i rendimenti a due anni sono saliti al 4,23% ed il decennale al 6,17%. La differenza con il decennale tedesco ha raggiunto quasi 300bp e il credit default swap è salito a 345bp. Gli investitori hanno spinto verso l'alto i rendimenti greci per i timori sulle difficoltà che il governo greco potrebbe trovare nel vendere il debito per finanziare il deficit - il più grande all'interno dell'Unione europea - e hanno messo in dubbio la capacità del paese di attuare il piano di riduzione del deficit presentato alla Commissione europea il 15 gennaio.

Secondo il piano, la Grecia dovrebbe ridurre le spese ed aumentare le entrate di circa 10 miliardi di Euro quest'anno, portando il rapporto deficit/PIL all’8,7% quest'anno. Il rapporto deficit/PIL è previsto scendere al 3% entro il 2012. Secondo il piano, il governo greco ha la necessità di vendere più di EUR53bn di debito quest'anno (16bn in Q2).

A pesare sulle prospettive dell’economia greca sono anche le numerose dichiarazioni provenienti da autorità europee che hanno evidenziato come l'Unione europea non correrà in salvataggio della Grecia (il ministro delle Finanze greco Papaconstantinou ha detto la scorsa settimana che un pacchetto di salvataggio non sarà necessario), indicando che l'Unione europea dovrebbe adottare un atteggiamento duro verso la Grecia per non incoraggiare comportamenti di "moral hazard" tra gli altri paesi europei con debito nazionale molto elevato (ad esempio Spagna, Portogallo e Irlanda). Come abbiamo detto nel Global Strategy Weekly dello scorso 11 gennaio ("Un inizio d’anno positivo"), anche se crediamo che ci siano poche possibilità che la Grecia cada in default nei prossimi anni e che l'Unione europea non adotti delle misure per evitare che questo possa accadere, riteniamo che l’outlook negativo del paese continuerà a pesare sull'Euro nei prossimi mesi.
Tuttavia, non è solo la situazione in Grecia a pesare sul tasso di cambio dell'Euro. I dati economici pubblicati nei primi mesi del 2010 hanno confermato che la ripresa economica nella zona Euro dovrebbe essere più debole rispetto a quella statunitense. La conferma più chiara in tal senso è arrivata dal dato sul Pil tedesco nel 2009, pubblicato lo scorso mercoledì 13: Il Pil è sceso del 5% nel 2009, contro attese di consensus di -4,8%, il che significa che Q4 PIL potrebbe essere stato molto più debole di quanto previsto in precedenza, con un PIL invariato che sembra il risultato più probabile nel 4° trimestre. In gennaio, l'indice Zew tedesco, pubblicato la scorsa settimana, è sceso per il quarto mese consecutivo, mostrando che la crescita economica potrebbe essere molto moderata nei prossimi trimestri. Nel corso della prossima settimana l'attenzione sarà focalizzata sull'indice di fiducia delle imprese tedesche IFO di gennaio, in calendario Martedì 26. Anche se l'indice è previsto in leggero aumento, è probabile che l’incremento sia modesto, confermando che la ripresa economica sta perdendo slancio, considerando che le misure fiscali di stimolo all'economia che l’avevano sostenuta nei mesi scorsi si stanno esaurendo. Gli ultimi dati economici pubblicati negli Stati Uniti, in particolare del settore immobiliare, hanno evidenziato come anche negli Usa le prospettive di crescita siano incerte. Tuttavia, i principali indicatori anticipatori, come abbiamo sottolineato nel corso del Global Strategy Weekly della scorsa settimana ("Cosa ci sta dicendo la curva dei rendimenti?"), mostrano come la ripresa economica possa continuare nei prossimi mesi.
Durante la prossima settimana l'elemento di maggiore interesse per quanto riguarda le prospettive del tasso di cambio Euro/Dollaro sarà la riunione di politica monetaria del FOMC. Anche se non ci aspettiamo che dalla riunione emergano particolare indicazioni sulle prospettive dei tassi d’interesse, riteniamo che la Federal Reserve possa migliorare leggermente la sua visione sulle prospettive economiche, pur confermando che l'attività economica rimarrà debole ancora per un po’. Pur continuando a ritenere che la Federal Reserve non alzerà i tassi in tempi brevi (almeno non fino a H2 '10), riteniamo che un aggiornamento delle prospettive economiche da parte della Fed potrebbe portare gli investitori a scontare con sempre maggiori probabilità l’eventualità che sarà la Fed e non la BCE la prima Banca centrale ad alzare i tassi nel 2010.
Pertanto, tutti gli ultimi eventi hanno rafforzato la nostra opinione che l'Euro possa continuare la tendenza al ribasso rispetto al Dollaro: per questo motivo confermiamo la nostra raccomandazione di vendere l’EUR/USD con un target di medio/lungo termine di 1,17, in linea con il fair value del tasso di cambio sulla base della PPP calcolata dall'OCSE.

domenica 24 gennaio 2010

La prossima settimana in Usa. occhi puntati su Pil e Fed

Un estratto dal Top Down Outlook che potete trovare al nostro sito www.matrada.it

Vendite di case esistenti (Lunedì 25), vendite di case nuove (Mercoledì 27) - Il peggio della crisi per il settore immobiliare sembra essere alle spalle, ma un ritorno ad un tasso di crescita robusto non è imminente. Con il mercato del lavoro ancora non in grado di invertire la tendenza negativa degli ultimi due anni e i pignoramenti che dovrebbero aumentare nei mesi a venire, non ci aspettiamo un rimbalzo nel settore immobiliare nel breve periodo. Il calo dell'indice di fiducia dei costruttori Nahb ha segnalato come il recupero del mercato immobiliare possa rimanere contenuto nei prossimi mesi a causa della concorrenza sul mercato da parte delle case pignorate messe in vendita. Dopo la caduta di 355k nel mese di novembre, ci aspettiamo che le vendite di nuove case aumentino fino a 366 mila, mentre le vendite di case esistenti potrebbero aumentare da 6,54 a 6,69 milioni, con il calo dei prezzi delle case negli ultimi due anni che potrebbe continuare ad attirare sul mercato chi cerca di acquistare a prezzi convenienti.



Indice di fiducia dei consumatori (Martedì 26) - Dopo essere aumentato a 52,9 in dicembre, da 50,6 di novembre, ci aspettiamo che l'indice di fiducia dei consumatori del Conference Board possa correggere leggermente in gennaio a 52,4. Nonostante il forte trend al rialzo dei mercati azionari e la stabilizzazione del mercato immobiliare, riteniamo che solo una forte inversione di tendenza nel mercato del lavoro possa spingere ulteriormente la fiducia dei consumatori verso l'alto. L'indice indicherebbe un moderato aumento dei consumi nei prossimi mesi.


Riunione del FOMC - decisione sui tassi di interesse (Mercoledì 27) – Non ci aspettiamo che dalla riunione del FOMC della prossima settimana emergano particolari novità sulle prospettive di breve termine della politica monetaria. Infatti, il FOMC è ampiamente previsto mantenere l'intervallo obiettivo per il tasso sui Fed Fund compreso tra 0% e 0,25%. La Federal Reserve potrebbe continuare a migliorare leggermente la propria visione sulle prospettive economiche, in particolare per quanto riguarda le prospettive degli investimenti delle imprese, ma dovrebbe continuare ad indicare che l'attività economica rimarrà debole anche nei prossimi trimestri. Il FOMC potrebbe anche fornire maggiori informazioni sulla rimozione delle misure di quantitative easing implementate nelle fasi più acute della crisi. Ci aspettiamo che la Fed prosegua a indicare che "le condizioni economiche, tra cui un basso tasso di utilizzo delle risorse, tendenze inflazionistiche sotto controllo e attese di inflazione stabili, sono tali da giustificare livelli eccezionalmente bassi dei tassi sui Fed Fund per un periodo di tempo prolungato". Con l’utilizzo della capacità produttiva sotto la media storica di lungo periodo, il tasso di disoccupazione al 10% e l’inflazione core che dovrebbe restare sotto il 2% per un lungo periodo, riteniamo che la Fed non alzerà i tassi prima della fine del H1 '10 e che il successivo inasprimento della politica monetaria sarà molto graduale (i tassi sui Fed Fund dovrebbero salire all'1% alla fine dell’anno).


Ordini di beni durevoli (Giovedì 28) - Gli ordini di beni durevoli sono aumentati dello 0,2% m/m nel mese di novembre, nonostante il forte calo della componente trasporti (-5,5%). Gli ordini ex-trasporti sono aumentati del 2% m/m, sottolineando la tendenza positiva degli ordini di beni durevoli negli ultimi mesi. La nostra stima è che tendenza positiva continui nel mese di dicembre, in linea con le indicazioni provenienti dalla voce nuovi ordini all’interno dell’indice ISM, che è salita a 65,5 nel mese di dicembre - il valore più alto da dicembre '04. Gli ordini di beni durevoli dovrebbero salire dell’1% m/m, ma resterebbero sotto il valore di dicembre '08 del 2,4%. Questo dato dovrebbe rafforzare la nostra opinione che la ripresa economica degli Stati Uniti continuerà nel 2010. Tuttavia, dovesse la nostra stima rivelarsi corretta, gli ordini di beni durevoli rimarrebbero sotto il picco di Settembre '06 del 27%, indicando che l'economia statunitense continua a muoversi bel sotto il proprio potenziale di crescita.



Prodotto Interno Lordo (Venerdì 29) - Dopo essere cresciuto del 2,2% nel terzo trimestre, nel corso dell’ultimo trimestre il Pil dovrebbe essere cresciuto a un ritmo del 4,2%. La crescita economica dovrebbe essere stata guidata dagli investimenti, che stimiamo in crescita dell’1,7% q/q. Le spese dei consumatori dovrebbero essere cresciute dello 0,4% q/q, in linea con l’incremento dello 0,4% m/m nel mese di ottobre e dello 0,2% m/m in novembre. L’andamento delle scorte dovrebbe avere contribuito positivamente alla crescita totale, mentre il contributo proveniente dalle esportazioni nette è probabile che sia leggermente negativo. Nel 2009 il PIL dovrebbe essere diminuito del 2,5%.


Chicago PMI (Venerdì 29) - Nel mese di dicembre, l'indice Chicago PMI è salito ai massimi dal maggio 2007, indicando una forte ripresa della produzione industriale nel distretto di Chicago. Mentre ci aspettiamo che il recupero della produzione industriale degli ultimi mesi possa continuare all'inizio del 2010, stimiamo che il Chicago PMI possa rallentare nel mese di gennaio a 58,3. Il Chicago PMI dovrebbe anticipare un aumento dell’indice ISM in gennaio, la cui pubblicazione è in calendario la settimana seguente.

lunedì 18 gennaio 2010

Preview della riunione della Banca centrale canadese

Un estratto dal nostro report settimanale Top Down Outlook:

Bank of Canada: decisione sui tassi di interesse (Martedì 19) - Nel corso della riunione di politica monetaria della prossima settimana, la Banca del Canada dovrebbe lasciare i tassi invariati allo 0,25%. Riteniamo che la BoC confermi la propria visione che i tassi dovrebbero restare invariati fino alla fine di Q2 '10. L'economia canadese ha mostrato segni di ripresa in Q4 (gli ultimi dati sull'occupazione, le vendite al dettaglio e l'attività edilizia sono risultati migliori del previsto) rafforzando la visione che l'attività economica possa prendere slancio all'inizio del 2010. L’inflazione dovrebbe risentire della volatilità dei prezzi delle materie prime, ma in generale le pressioni inflazionistiche dovrebbero rimanere contenute, visto che l'output gap non si dovrebbe chiudere prima della fine dell'anno. Con le pressioni inflazionistiche contenute ed il Dollaro Canadese all’interno di un trend al rialzo rispetto al Dollaro USA, vediamo la possibilità che la BoC mantenga i tassi invariati più a lungo di quanto previsto dalla stessa Banca e di quanto la nostra regola sul tasso di interesse sembrerebbe prescrivere. Anzi, riteniamo che, senza un indebolimento del dollaro canadese, che è sopravvalutato di quasi il 15% contro il Dollaro Usa, è improbabile che la BOC possa iniziare una politica monetaria restrittiva prima della Fed (che non prevediamo alzare i tassi prima di H2 '10). Tuttavia, il nostro modello sui tassi d’interesse indica che, dovesse la ripresa economica essere più forte del previsto o le pressioni inflazionistiche meno contenute di quanto stimato, la BOC ha la possibilità di alzare i tassi in maniera notevole (ad esempio, al 2%) entro la fine del 2010. In questo caso il Dollaro Canadese potrebbe rafforzarsi considerevolmente nei confronti delle altre principali valute internazionali, e soprattutto nei confronti del Dollaro USA.


martedì 12 gennaio 2010

BCE preview: nessun intervento sui tassi atteso giovedì

Nella riunione di politica monetaria di dicembre, la BCE ha iniziato ad applicare la sua strategia di uscita da misure non convenzionali di finanziamento alle banche, indicando che l’operazione di finanziamento a lungo termine (12 mesi) di dicembre sarebbe stata l'ultima e che l'ultima operazione a 6 mesi si sarebbe tenuta in marzo. Tuttavia, il presidente della Bce Trichet ha sottolineato che la decisione relativa alle misure non convenzionali di finanziamento non significa nulla per quanto riguarda le prospettive sui tassi d’interesse. La BCE, nel corso della riunione di politica monetaria di Giovedì, non dovrebbe annunciare nulla di particolarmente significativo: la BCE dovrebbe lasciare i tassi invariati all’1%, senza ulteriori decisioni sulla strategia di uscita QE che appaiono imminenti. Dalla BCE non sono attesi interventi sul tasso Refi fino alla fine del primo semestre del 2010, e le nostre attese sono a favore di un tasso che a fine anno si attesti all’1.5%. Anche se le ultime proiezioni della BCE su crescita economica e inflazione sono in linea con un tasso Refi in aumento sino al 2% entro la fine del 2010, non ci aspettiamo che la BCE adotti una politica monetaria restrittiva prima che la Fed abbia implementato la propria strategia di uscita dall’attuale politica monetaria ultra-espansiva. In caso contrario un rialzo dei tassi da parte della BCE potrebbe rafforzare l'euro rispetto al dollaro USA, circostanza che difficilmente la BCE guarderebbe di buon occhio alla luce dell’attuale sopravvalutazione dell’Euro.


lunedì 11 gennaio 2010

Preview dei dati macro Usa di questa settimana

Questo è un estratto dal report Top Down Outlook che potete trovare al sito www.matrada.it

Bilancia commerciale (Martedì 12) – Dopo l’inaspettato miglioramento nel mese di ottobre, con un calo da USD35.7bn a USD39bn, il deficit della bilancia dovrebbe salire a USD36.4bn nel mese di novembre. In linea con il rimbalzo della spesa dei consumatori negli ultimi mesi, le importazioni sono destinate ad aumentare più delle esportazioni nonostante la debolezza del dollaro e la ripresa economica mondiale.


Vendite al dettaglio (Giovedì 14) - Le vendite al dettaglio sono aumentate in novembre più delle attese di mercato (1,3% m/m contro 0,5% m/m), evidenziando come i consumi si siano rafforzati nel 4 ° trimestre. Alla luce del balzo degli indici di fiducia dei consumatori (l'indice del Conference Board è salito da 50,6 a 52,9) e dai segnali che il mercato del lavoro possa essere vicino al proprio punto di minimo (nonostante l’andamento peggiore delle attese in novembre), ci aspettiamo la recente tendenza al rialzo delle vendite al dettaglio possa proseguire nel mese di dicembre, anche se a un ritmo più lento. Le vendite al dettaglio dovrebbero aumentare dello 0,4% m/m (5% y/y), in linea con il dato ex-auto (+4,8% y/y). L'aumento delle vendite al dettaglio dovrebbe anticipare un rimbalzo consistente dei consumi nel breve termine. Tuttavia, ci aspettiamo la crescita della spesa dei consumatori rimanga contenuta nel medio termine poiché il processo di deleveraging delle famiglie è ben lungi dall'essere concluso.

Indice dei prezzi al consumo (Venerdì 15) - Dopo avere registrato una variazione annua negativa per otto mesi consecutivi, l’andamento dei prezzi nel settore energetico ha portato l'inflazione generale a tornare un tasso di crescita positivo in novembre (1,9% y/y). Effetti base nel settore dell’energia (i prezzi del petrolio sono scesi del 55% nel periodo settembre/dicembre 09) dovrebbero continuare a guidare al rialzo l'inflazione nel mese di dicembre e nei primi mesi del 2010. I prezzi al consumo dovrebbero arrivare a segnare un incremento del 2,8% y/y. Tuttavia, l'inflazione dovrebbe aumentare di un modesto 0,1% rispetto al mese di novembre, dal momento che la spesa dei consumatori resta sostanzialmente debole. Ci aspettiamo che l'inflazione core cresca dello 0,1% m/m e dell’1,8% y/y. L'inflazione è destinata ad aumentare nei prossimi mesi, in linea con il miglioramento dell’attività economica, anche se ci aspettiamo che le pressioni inflazionistiche rimangano contenute a fronte di un basso utilizzo della capacità produttiva.

NY Empire Manufacturing Index (Venerdì 15) - L'Empire Manufacturing Index, primo indice di fiducia delle imprese statunitensi di un certo rilievo a essere pubblicato nel corso del mese è sceso da 23,51 a 2,55 nel mese di dicembre, indicando la possibilità che la tendenza al rialzo del settore manifatturiero potesse essere prossima alla fine. Tuttavia, questo segnale negativo è stato negato dagli altri indici di fiducia delle imprese che hanno registrato forti incrementi nel mese di dicembre (l'ISM manifatturiero è avanzato 53,6 a 55,9). L'indice Empire Manufacturing dovrebbe tornare a crescere in gennaio, salendo a 21,7, rafforzando la stima che la produzione industriale possa continuare a crescere nei primi mesi del 2010.

Produzione industriale e utilizzo della capacità produttiva (Venerdì 15) – Tutti gli indicatori anticipatori pubblicati nelle scorse settimane hanno anticipato che la dinamica positiva della produzione industriale è destinata a proseguire a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. Il leading indicator del Conference Board è salito nel mese di novembre per il nono mese consecutivo e l'indice ISM manifatturiero è rimasto ben sopra la soglia di 50 dicembre. Inoltre, gli ordini sono saliti nel mese di novembre per il terzo mese consecutivo. Ci aspettiamo che la produzione industriale salga dello 0,7% m/m. L’utilizzo della capacità dovrebbe salire da 71,3% a 71,7%, un livello che indica pressioni inflazionistiche contenute nel corso dei prossimi mesi.

Indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan (Venerdì 15) - Con i mercati azionari che hanno esteso la tendenza al rialzo degli ultimi mesi e il mercato del lavoro che mostra timidi segnali di ripresa, l'indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan potrebbe salire da 72,5 a 72,8, anticipando un leggero rafforzamento della spesa dei consumatori nei prossimi mesi. Tuttavia, l'indice rimane ben sotto la media di lungo termine (89,6), indicando che il recupero della spesa dei consumatori potrebbe rimanere contenuto.