lunedì 28 giugno 2010

Cosa è successo in USA: Riunione della Fed, mercato immobiliare, Pil e fiducia dei consumatori

Al termine della riunione di politica monetaria della scorsa settimana, il FOMC ha rafforzato le attese che un aumento dei tassi non è probabile almeno fino alla fine del 2010. Il FOMC ha confermato, con il voto contrario di Thomas Hoening come nelle tre precedenti riunioni, l'opinione che "il basso tasso di utilizzo delle risorse, le tendenze dell’inflazione sotto controllo, e le aspettative di inflazione stabili, sono tali da giustificare livelli eccezionalmente bassi dei tassi sui Fed Fund per un periodo esteso ". La principale novità nel comunicato rilasciato al termine della riunione è che il FOMC, contrariamente a quanto dichiarato da Bernanke davanti alla commissione bilancio della Camera dei Rappresentanti il 9 giugno, ha indicato che la crisi europea potrebbe danneggiare la crescita economica americana, sottolineando che "le condizioni finanziarie sono diventate meno favorevoli della crescita economica, rispecchiando l'evoluzione sui mercati esteri ". La Fed ha anche indicato che la ripresa economica è destinata a proseguire ad un ritmo moderato nei prossimi mesi e che l'inflazione sarà probabilmente modesta per qualche tempo.
I dati sul mercato immobiliare pubblicati la scorsa settimana hanno confermato che il settore è stato influenzato negativamente dalla scadenza del credito d'imposta il 30 aprile. Le vendite di case esistenti sono diminuite del 2,2% m/m e vendite di case nuove del 32,7% m/m a 300k - il minimo storico della serie. Il settore è destinato a rimanere debole per i prossimi mesi.
Rassicuranti indicazioni sulle prospettive economiche degli Stati Uniti sono arrivate dagli ordini di beni durevoli di maggio, dalle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e dall’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan. Gli ordini di beni durevoli sono risultati in linea con le attese di consensus in maggio (+0,9% m/m nella versione ex-trasporti), anticipando che il recupero del settore industriale dovrebbe proseguire nei prossimi mesi. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono scese un po’ più del previsto durante la settimana scorsa, indicando che il recente aumento delle richieste potrebbe rivelarsi temporaneo, rafforzando la nostra opinione che il mercato del lavoro statunitense dovrebbe avere continuato a migliorare in giugno anche se a ritmo lento. L’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è salito nella versione finale a 76 dal preliminare a 75.5 e da 73,6 di maggio. L’indice ha evidenziato come le spese personali potrebbero migliorare nel corso dei prossimi mesi anche se a un ritmo moderato. L’indice rimane, infatti, ben al di sotto della media storica di lungo periodo a 90, segnalando come il processo di deleveraging da parte delle famiglie e l’elevato livello del tasso di disoccupazione dovrebbero pesare a lungo sul settore.
Infine la stima finale sul Pil di Q1 ’10 ha visto una revisione al ribasso dal 3% al 2.7%, con sia le spese personali sia gli investimenti che hanno registrato un andamento peggiore di quanto pensato in precedenza. Questo potrebbe portare ad una revisione al ribasso delle stime per il 2010 ed il 2011 delle stime degli economisti.

venerdì 25 giugno 2010

La Banca d'Inghilterra teme l'andamento dell'inflazione

Le minute della riunione di politica monetaria della BoE del 9/10 giugno hanno contenuto una grande sorpresa: un membro del Comitato (Andrew Sentance) ha votato contro la decisione di mantenere i tassi invariati allo 0,5%, preferendo un aumento allo 0,75%. Il motivo dietro il suo voto è stato l’andamento superiore alle attese dell'inflazione nei mesi scorsi. Tuttavia, in base alle minute, l'andamento dell'inflazione sta preoccupando l'intero comitato di politica monetaria. Le minute hanno sottolineato che l'inflazione è stata maggiore del previsto negli ultimi mesi e che potrebbe rimanere al di sopra del target se le aspettative sull’inflazione del settore privato dovessero salire. I maggiori rischi sulle prospettive di inflazione sono stati considerati i provvedimenti che saranno annunciati nel piano di correzione del deficit pubblico e le "notevoli incertezze circa il margine di capacità inutilizzata e la forza della sua influenza sull'inflazione". Nonostante il voto di un membro a favore di un rialzo dei tassi, riteniamo che la costruzione di un consenso all'interno della BoE verso una rimozione della politica monetaria espansiva sarà difficile nel breve termine a causa della crescita economica moderata. Solo nel caso l’inflazione dovesse rivelarsi superiore alle attese nella seconda parte del 2010 la BoE potrebbe considerare di alzare i tassi.

mercoledì 23 giugno 2010

La Norges Bank dovrebbe lasciare i tassi invariati al 2%

Dal nostro report settimanale "Top Down Outlook"

Norges Bank, decisione sui tassi di interesse (Mercoledì 23) - Come previsto, la Norges Bank ha deciso nel corso dell'ultima riunione di politica monetaria dello scorso 5 maggio di aumentare i tassi di 25bp al 2%. Tuttavia, l'alternativa di lasciare i tassi invariati all'1.75% era stata presa in considerazione in quanto le prospettive di inflazione e crescita economica sono state in linea con le previsioni ma "il rischio di una recessione rinnovata in Europa può suggerire che sarebbe opportuno lasciare i tassi d'interesse invariati a questo incontro ". La Norges Bank aveva anche detto che i tassi resteranno probabilmente invariati "sino alla pubblicazione del prossimo rapporto sulla politica monetaria, il 23 giugno 20". Con l'attività economica che cresce a un ritmo moderato (il PIL totale nel 1° trimestre è cresciuto dello 0,1% q/q e il PIL continentale dello 0,6% q/q) e le pressioni inflazionistiche contenute (a maggio il CPI-ATE è salito dell’1,5% y/y, in calo dall’1,7% y/y in aprile), riteniamo che la Norges Bank possa lasciare i tassi invariati al 2% alla fine della riunione di politica monetaria della settimana prossima. Le incertezze sulle prospettive economiche europee contribuiranno a mantenere i tassi invariati. Nel rapporto di politica monetaria che sarà pubblicato alla fine della riunione, la Norges Bank diffonderà le sue nuove proiezioni sull’andamento dei tassi nei prossimi mesi. Nella relazione del 22 marzo la Norges Bank aveva previsto che i tassi sarebbero cresciuti al 2,5% circa entro la fine dell'anno per poi aumentare ulteriormente al 3,5% entro la fine del 2011. Ci aspettiamo che la Banca Norges lasci le proiezioni per il 2010 invariate ma riteniamo possibile una revisione al ribasso delle stime per il 2011: il tasso chiave potrebbe aumentare al 3% entro la fine del 2011.

lunedì 21 giugno 2010

La Cina permette una rivalutazione dello Yuan

La People's Bank of China  ha dichiarato nel corso del fine settimana di abbandonare il tasso di cambio fisso a 6,83 dello Yuan nei confronti del Dollaro che era stato adottato durante la crisi globale, per proteggere gli esportatori. La banca centrale ha detto che, mentre non c'è alcuna base per un forte rialzo della valuta, sarà consentita "una maggiore flessibilità" del tasso di cambio. La PBOC ha detto in una dichiarazione che una moneta più flessibile porterà vantaggi alla domanda interna e contribuirà a contenere una eccessiva dipendenza delle esportazioni. Prima di essere congelato nel luglio 2008 il tasso di cambio si era apprezzato del 21% contro il dollaro nei tre anni precedenti.

Mercato del lavoro Usa in difficoltà

Dal nostro report settimanale Top Down Outlook

I dati pubblicati nel corso della scorsa settimana hanno avuto un andamento contrastato. Mentre i dati sulla produzione industriale di maggio hanno confermato che nel breve periodo le prospettive per il settore rimangono positivo, salendo dell’1,2% m/m (produzione manifatturiera a 0,9% m/m), l'aumento delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione (salite da 460K a 472K) è stato un ulteriore segnale che il miglioramento del mercato del lavoro in maggio potrebbe essere molto contenuto. In caso di miglioramento del mercato del lavoro ad un ritmo moderato, la crescita della spesa dei consumatori potrebbe rimanere debole nei mesi a venire.
Per quanto riguarda il settore immobiliare, il forte rallentamento delle costruzioni di nuove case in maggio e l’indice di fiducia dei costruttori di giugno hanno indicato come il settore potrebbe rallentare in maniera molto marcata nel breve termine a causa della scadenza lo scorso 30 aprile del credito d'imposta governo.
Infine, i dati sui prezzi al consumo di maggio hanno confermato che le pressioni inflazionistiche sono praticamente inesistenti negli Stati Uniti in questo momento, rafforzando l'opinione che la Fed non avrà alcuna urgenza dell’alzare i tassi. I prezzi al consumo sono scesi dello 0,2% m/m (2% y/y) mentre il CPI core è aumentato dello 0,1% m/m (0,9% y/y).

giovedì 17 giugno 2010

Stop della Banca Centrale Svizzera agli interventi sul forex. Positivo per il Franco Svizzero

Come ampiamente previsto, la BNS ha lasciato la fascia obiettivo per il Libor a tre mesi invariato a 0,00-0,75%, con l'obiettivo di tenere il Libor nella parte inferiore di questo intervallo, intorno allo 0,25%. Nel comunicato rilasciato alla fine della riunione di politica monetaria, la BNS ha indicato di essere molto ottimista sulle prospettive dell’economia interna. La proiezione sulla crescita del PIL per il 2010 è stata rivista al rialzo dal 1,5% al 2%. La BNS ha detto che "Anche se l'indebolimento dell'Euro rispetto al Franco Svizzero sta smorzando l’andamento delle esportazioni, queste sono sostenute dalla crescita della domanda estera". Ma la vera sorpresa nel comunicato è stata che la BNS ha detto che i rischi di deflazione sono scomparsi, nonostante il declino del CPI core allo 0,2% y/y in maggio. La BNS ha rivisto al rialzo le sue previsioni per il 2010 e il 2011 (dallo 0,7% allo 0,9% e dallo 0,9% all'1%, rispettivamente) e l'inflazione è stata prevista al 2,2% nel 2012. Dovesse l'inflazione evolversi in linea con le previsioni della BNS, un rialzo dei tassi il prossimo anno sarebbe inevitabile. Il ridimensionamento da parte della BNS dei rischi di deflazione, con l'indicazione che solo in caso di una nuova minaccia di deflazione la BNS adotterebbe tutte le misure necessarie per garantire la stabilità dei prezzi, e le proiezioni di inflazione per i prossimi anni sono un segno che l'intervento della BNS sui mercati valutari per limitare l'apprezzamento del Franco svizzero potrebbe essere conclusi. Nonostante la sua sopravvalutazione secondo la PPP dell'OCSE, il Franco svizzero potrebbe continuare ad apprezzarsi nel breve termine.

martedì 15 giugno 2010

Bernanke chiede maggiore rigore fiscale ad Obama

Questo è un estratto del nostro report settimanale "Top Down Outlook"

Dalla testimonianza del Presidente della Fed Bernanke davanti alla commissione sul bilancio della Camera dei rappresentanti non sono emerse particolari novità né per quanto riguarda le prospettive economiche né sull’inflazione. Bernanke ha detto che la crescita economica dovrebbe proseguire ad un ritmo moderato, con il tasso di disoccupazione che dovrebbe rimanere su livelli elevati per il prossimo futuro e che l'inflazione dovrebbe rimanere contenuta. Per quanto riguarda l'outlook fiscale Bernanke ha detto che " il bilancio federale sembra essere su un sentiero insostenibile". Bernanke ha indicato che è importante pianificare un percorso fiscale sostenibile nei prossimi anni per ridurre il disavanzo. Bernanke ha concluso "Il raggiungimento nel lungo termine della sostenibilità fiscale sarà difficile. Ma se tale sforzo non sarà fatto, nel lungo periodo, non avremo né stabilità finanziaria né una crescita economica sana". Bernanke ha anche detto che la riduzione del disavanzo pubblico avrà un effetto positivo sulla crescita economica, portando ad una riduzione dei tassi di interesse.
La Fed ha anche pubblicato il Beige Book. Il rapporto ha indicato che l'attività economica ha continuato a migliorare, ma che in molti distretti il tasso di crescita è stato modesto. Le spese dei consumatori e gli investimenti aziendali sono aumentati, così come gli investimenti residenziali sulla scia della scadenza del credito d'imposta. I prezzi sono stati in gran parte stabili. Il Beige Book è in linea con il discorso di Bernanke e ha confermato che un aumento dei tassi non è sulla carta per molti mesi.
I dati pubblicati nel corso della settimana hanno evidenziato una discesa delle richieste di sussidi di disoccupazione inferiore alle attese e una forte contrazione delle vendite al dettaglio (-1.2% m/m) in maggio. L’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è, invece, salito più delle attese (da 73.6 a 75.5, consensus a 74), indicando che le spese dei consumatori dovrebbero crescere ad un ritmo moderato nel corso dei mesi a venire.

venerdì 11 giugno 2010

Una Joint Venture tra il NY Times ed il Sole 24 ore?

Edward Hugh per gli amanti della blogosfera è uno degli economisti più famosi avendo tenuto per anni diversi blog sull'andamento delle principali economie internazionali (questo è quello sull'Italia). Ora che le sue previsioni negative sull'andamento dell'Euro si stanno avverando, Hugh è salito alla ribalta della cronaca, tanto che il Sole 24 ore ne ha parlato Giovedì 10 in un interessantissimo articolo (la versione online L'Euro così non va, parola di mister nessuno). Molto interessante l'anedotto dei soldi presi a prestito per comprare un vestito e quello dei soldi rifiutati dal Milken istitute. Ma, un attimo, dove le ho già lette queste notizie? forse sull'articolo del NY times di martedì 8 (The Blog Prophet of Euro zone Doom). Che dire, Mr Hugh è proprio il tuo momento di gloria!

giovedì 10 giugno 2010

BoE e BCE, banche centrali sotto assedio e poche cartucce da sparare

Area Euro e Regno Unito sono in questo momento le due regioni maggiormente al centro dell’attenzione degli investitori internazionali per i timori sulla sostenibilità dei loro conti pubblici. Se, infatti, i problemi dei paesi periferici dell’area Euro sono ben noti al mercato da diverse settimane e tali da portare alla creazione di un fondo da EUR750 miliardi per salvare i paesi più indebitati, nel corso della settimana sono state le dichiarazioni dell’agenzia di rating Fitch ad evidenziare come la situazione in UK sia molto delicata. Fitch ha, infatti, evidenziato come il Regno Unito sia in ritardo rispetto alle altre nazioni europee nell’implementare misure per ridurre il deficit e ha sottolineato come lo sforzo per riportare i conti sotto controllo sarà enorme. Il deficit britannico dovrebbe, infatti, salire sopra l’11% del Pil nell’anno in corso dal 10.5% nel 2009 e scendere solo leggermente sotto il 10% nel 2011. Al termine del periodo di riferimento il debito pubblico del Regno Unito dovrebbe salire all’88% del Pil. Per quanto il nuovo primo ministro Cameron abbia annunciato l’imminente presentazione di un piano di riduzione del deficit, che dovrebbe avere conseguenze negative sulla vita di tutti i cittadini del Regno come da lui stesso dichiarato, questo non è stato ancora reso pubblico aumentando le incertezze sulla sua efficacia.
In questo scenario si terranno oggi le riunioni di politica monetaria di BCE e Bank of England. Da entrambe le riunioni non sono attese variazioni di politica monetaria, ma indicazioni importanti dovrebbero emergere in particolare con riferimento alla conferenza stampa che il presidente della BCE Trichet terrà al termine dell’incontro del Consiglio Direttivo. Durante la conferenza stampa, il Presidente Trichet avrà la possibilità di discutere gli ultimi avvenimenti che la BCE ha dovuto affrontare, a partire dalla decisione di acquistare Titoli di Stato. Trichet spiegherà le motivazioni della decisione, che era stata negata durante l’ultima conferenza stampa per poi deciderne l’adozione dopo due giorni, portando ad una frattura all’interno della BCE. Il presidente della Bundesbank Webber ha, infatti, dimostrato di non approvare tale decisione ritenendola pericolosa per il futuro della BCE e ha dichiarato di sperare che tali acquisti terminino nel più breve tempo possibile. Trichet, inoltre, potrebbe fornire un aggiornamento sul programma: sulla base degli ultimi dati disponibili la BCE ha acquistato sul mercato titoli per EUR40.5bn.
L’aspetto più importante della conferenza stampa dovrebbe, però, essere la pubblicazione da parte della BCE delle nuove proiezioni sulla crescita del PIL e dell'inflazione. Queste permetteranno di valutare l'impatto che la BCE pensi possa avere sull'economia della zona euro nel suo insieme la crisi del debito nei paesi periferici. Nel mese di marzo gli esperti della BCE avevano previsto una crescita del PIL dello 0,8% e dell’1,5% nel 2010 e nel 2011 rispettivamente e l’inflazione all’1,2% nel 2010 e all’1,5% nel 2011. A nostro avviso la BCE potrebbe apportare solo modifiche leggere alle stime precedenti, considerando che la debolezza dell’Euro potrebbe compensare l'impatto negativo della crisi del debito. I primi dati pubblicati con riferimento al mese di maggio, del resto, hanno evidenziato come il settore industriale possa continuare a beneficiare nel breve termine dalla forza della ripresa a livello globale. Ad esempio, l’indice di fiducia delle imprese tedesche IFO di maggio è rimasto sostanzialmente invariato a ridosso dei massimi degli ultimi due anni mentre la fiducia degli imprenditori francesi e italiani è addirittura aumentata in maggio. Solo l’indice di fiducia di analisti ed investitori istituzionali Zew è sceso più delle attese, ma tale ribasso appare comprensibile alla luce del forte ribasso dei mercati azionari nelle ultime settimane. Infine, la BCE dovrebbe confermare che i tassi non dovrebbero spostarsi dall’1% per diversi mesi e almeno per tutto il 2010.
Con riferimento alla Bank of England, la riunione di oggi non dovrebbe portare novità di rilievo. Nonostante l’inflazione sia stata superiore alle attese negli ultimi mesi, la BoE non dovrebbe modificare nel breve termine né il livello dei tassi di interesse (0,5%), né la dimensione del programma di allentamento quantitativo (GBP200bp). Infatti, le proiezioni della BoE continuano a vedere un calo delle pressioni inflazionistiche nella seconda metà dell'anno, a causa dell’elevato livello della capacità produttiva inutilizzato e, a meno che tale diminuzione non si materializzi, la BoE dovrebbe lasciare i tassi invariati allo 0,5% almeno fino alla fine dell'anno. Inoltre, la possibilità che il Governo possa implementare un piano di riduzione del debito, che potrebbe andare a colpire le prospettive di crescita dell’economia, favorirebbe un’estensione della politica monetaria espansiva per non andare a penalizzare ulteriormente la crescita economica.

Solo una nuova recessione potrebbe, invece, spingere la BoE ad estendere il programma di acquisto di asset. Nonostante la ripresa economica inglese appaia ancora molto fragile, le possibilità di una nuova recessione nel breve sembrano piuttosto basse. Lo scenario più probabile, quindi, appare quello che la BoE lasci sia i tassi sia il programma di QE invariato fino al 2011.

mercoledì 9 giugno 2010

Banca centrale della Nuova Zelanda prossima ad alzare i tassi

Come ampiamente previsto, la RBNZ ha lasciato i tassi invariati al 2,5% alla fine della riunione di politica monetaria di aprile e ha indicato che "inizieremo a rimuovere la politica monetaria espansiva nei prossimi mesi, a condizione che l'economia continui ad evolversi come ipotizzato." Bollard ha anche indicato che la stretta di politica monetaria sarà più morbida rispetto al passato a causa della differenza maggiore tra il tasso ufficiale e i tassi dei prestiti e della ripidità della curva dei rendimenti. Con l'indicazione di un rialzo dei tassi nei prossimi mesi, la banca centrale ha acquistato la massima flessibilità per un aumento in un qualsiasi momento tra giugno e settembre, a seconda della forza dei dati. Il consensus degli economisti è per un aumento di 25bp nel corso della riunione di oggi poiché i timori sulle conseguenze della crisi del debito in Europa sono diminuiti e la crescita economica nella regione resta solida. Tuttavia, vi è la possibilità che la RNBZ possa decidere di rinviare il rialzo dei tassi a luglio. Il nostro scenario di base è che i tassi saranno aumentati oggi al 2.75% al 3,25% entro la fine dell'anno.

lunedì 7 giugno 2010

Economia tedesca ancora in marcia

I dati sul mercato del lavoro pubblicati la scorsa settimana hanno chiaramente indicato come le prospettive economiche possano divergere nei prossimi anni tra i singoli paesi della zona Euro. In Germania il numero totale dei disoccupati è sceso in maggio di 45 mila e il tasso di disoccupazione è sceso dal 7,8% al 7,7% segnalando che crisi del debito potrebbe non avere un impatto significativo sull'economia tedesca. Tuttavia, i dati di aprile per l’area Euro nel suo complesso hanno visto un incremento del tasso di disoccupazione dal 10% al 10,1%. Con le prospettive economiche nei trimestri a venire che sembrano deboli in molti paesi, il tasso di disoccupazione potrebbe continuare ad aumentare nel corso dei prossimi mesi.
La crescita del Pil in Q1 è stata confermata allo 0.2% q/q e allo 0.6% y/y. L’andamento delle singole voci pubblicato per la prima volta ha però evidenziato come lo scenario economico rimanga fragile. Le spese dei consumatori sono, infatti, scese dello 0.1% q/q e gli investimenti dell’1.1% q/q. Le esportazioni sono aumentate del 2.5% q/q e le importazioni del 4% q/q. La crescita è stata sostenuta unicamente dalle scorte, che hanno contribuito per lo 0.8%.