sabato 31 luglio 2010

Banca centrale della Nuova Zelanda: possibili meno rialzi dei tassi del previsto in futuro

Come previsto, la Banca Centrale della Nuova Zelanda ha alzato i tassi di 25bp al 3% alla fine della riunione della politica monetaria della settimana scorsa. Nel comunicato diffuso al termine della riunione, la RBNZ ha sottolineato che "mentre le prospettive di crescita economica si sono un po’ ridotte, è comunque opportuno continuare a ridurre il livello straordinario di politica monetaria espansiva implementato durante la recessione del 2008/09". Nella dichiarazione la RBNZ anche detto che "il ritmo e la portata degli aumenti dei tassi potrebbero essere più moderati rispetto a quanto previsto nella dichiarazione di giugno". Mentre il nostro scenario di base resta che la RBNZ possa alzare i tassi al 3,5% entro fine anno, diamo atto che, con la RBNZ apparsa scettica sulla ripresa economica mondiale, le possibilità che la fase di rialzo dei tassi sia meno accentuata sono chiaramente aumentate.

domenica 25 luglio 2010

Bernanke di fronte al Senato e debolezza del mercato immobiliare

Nella testimonianza di fronte alla commissione sulle attività bancarie del Senato, il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke ha confermato l'indicazione che "le condizioni economiche sono tali da giustificare livelli eccezionalmente bassi dei tassi sui Fed Fund per un periodo prolungato". Anche se ha riconosciuto che "a un certo punto il Comitato dovrà cominciare a rimuovere la politica monetaria espansiva per evitare la formazione di pressioni inflazionistiche", Bernanke ha sottolineato che "le prospettive economiche rimangono insolitamente incerte". Per questo motivo la Fed "rimane pronta ad adottare ulteriori azioni di politica monetaria dovessero essere necessarie per favorire un ritorno alla piena utilizzazione del potenziale produttivo statunitense in un contesto di stabilità dei prezzi". Tra gli strumenti che la Fed può utilizzare per continuare a stimolare l'economia Bernanke ha indicato una riduzione del tasso pagato sulle riserve che le banche detengono presso la Fed e l’utilizzo del bilancio della banca centrale. Nella sua testimonianza, Bernanke è sembrato prudente sulle prospettive di recupero economico a breve termine degli Stati Uniti, sottolineando che la ripresa economica può vacillare nei prossimi mesi, ed ha anticipato che un nuovo stimolo di politica monetaria potrebbe essere necessario. Tuttavia, riteniamo che decisioni su nuovi stimoli monetari non dovrebbero essere prese nel breve, con la Fed che potrebbe ritenere necessaria un'ulteriore prova della crisi economica prima di attuare nuovi stimoli.
I dati pubblicati la scorsa settimana hanno confermato che il mercato immobiliare si è indebolito in maniera consistente dopo la scadenza del credito d'imposta governativo lo scorso 30 aprile. Le costruzioni di nuove case sono diminuite del 5% in giugno a 549 mila unità - il livello più basso da ottobre '09. Le stime di consensus erano per un calo a 577 mila. Le vendite di case esistenti sono scese da 5.66m a 5.37m (consensus a 5.1m). L'indice di fiducia dei costruttori NAHB è sceso nel mese di luglio da 17 a 14 - il valore più basso dall'aprile del 2009 - contro le attese di mercato per un calo a 16. Con il mercato del lavoro ancora debole, le condizioni sul mercato del credito ancora restrittive e la concorrenza sul mercato delle case pignorate che sono vendute ad un prezzo inferiore al costo di costruzione, ci aspettiamo che il mercato immobiliare possa restare debole nei prossimi mesi.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono scese da 427 mila (rivisto da 429 mila) a 464 mila contro attese di consenso a 445 mila. La media mobile a 4 settimane è salita da 454,75 a 456. Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione per la settimana al 17 luglio hanno indicato che il recupero del mercato del lavoro nel mese di luglio sarà probabilmente molto debole.

martedì 13 luglio 2010

USA: dalle vendite al dettaglio importanti indicazioni per i consumi

Le vendite al dettaglio hanno registrato una forte correzione in maggio, scendendo dell’1,2% m/m (-1,1% m/m ex-auto) con le vendite di auto, materiali da costruzione e presso le stazioni di servizio che sono diminuite in maniera accentuata. Nel mese di giugno le vendite di auto dovrebbero registrare un nuovo forte ribasso, scendendo del 2% m/m. Ci aspettiamo che le vendite al dettaglio perdano lo 0,3% m/m mentre il dato ex-auto dovrebbe rimanere invariato su base mensile. Qualora la nostra stima si rivelasse corretta, le vendita al dettaglio del mese di giugno dovrebbero confermare che la spesa dei consumatori è destinata ad aumentare ad un ritmo solo moderato nei prossimi mesi.

venerdì 9 luglio 2010

La BCE non dà indicazioni sugli stress test

Dal nostro report settimanale Top Down Outlook:

Come ampiamente previsto, la BCE ha lasciato i tassi invariati all'1% al termine della riunione di politica monetaria della settimana scorsa. Dalla conferenza stampa del presidente della BCE Trichet non sono giunte particolari indicazioni sulle mosse future della BCE. Trichet ha ribadito le prospettive economiche presentate nel meeting di politica monetaria del mese scorso. Trichet ha detto che ”l'economia dell'area dell'Euro dovrebbe crescere a un ritmo moderato e irregolare, in un contesto di elevata incertezza" e che "la crescita dei prezzi dovrebbe rimanere moderata nell'orizzonte temporale rilevante per la politica monetaria, beneficiando di basse pressioni interne sui prezzi ". Per quanto riguarda le banche Trichet ha dichiarato: "La sfida rimane per le banche di ampliare la disponibilità del credito al settore non finanziario quando la domanda crescerà. Se necessario, per affrontare questa sfida, le banche dovrebbero trattenere gli utili, ricorrere al mercato per rafforzare ulteriormente il loro capitale o sfruttare appieno le misure di sostegno Governativo per ricapitalizzarsi". La BCE ha inoltre accolto con favore la decisione del Consiglio europeo di pubblicare i singoli risultati degli stress test che saranno effettuati dal comitato delle autorità europee di vigilanza bancaria (CEBS) in collaborazione con la BCE per le banche dell'Unione europea. Tuttavia, Trichet ha rifiutato di fornire dettagli sulle variabili che saranno prese in considerazione negli stress test e non ha commentato le voci di mercato circolate nei giorni scorsi. Trichet ha detto che le variabili saranno rese pubbliche al momento della pubblicazione dei risultati dello stress test e non prima.

martedì 6 luglio 2010

Cina: crollo o rallentamento del mercato immobiliare?

Che qualcosa dell’economia cinese non convinca gli investitori è evidente guardando la performance della borsa di Shangai, con l’indice Composite che accusa una perdita da inizio anno di oltre il 25%. Gli investitori hanno, così, continuato a guardare la forte crescita registrata nel corso degli ultimi trimestri, con il primo trimestre del 2010 che ha visto un’espansione dell’11.9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con timore. Tali timori hanno preso corpo nel corso delle ultime giornate con i segnali di rallentamento dell’economia giunti dalla revisione al ribasso, a causa di un errore di calcolo, del leading indicator del Conference Board di aprile e dal ribasso maggiore delle attese del PMI manifatturiero di giugno, sceso da 53.9 a 52.1. Entrambi i dati hanno evidenziato come il ritmo di crescita dell’economia cinese potrebbe rallentare nel corso dei prossimi mesi. Nel corso delle ultime settimane, quindi, si è assistito ad una revisione al ribasso delle stime sulla crescita del Pil cinese per il 2010 da parte di numerose investment bank, tra cui BNP Paribas e Goldman Sachs. Ad esempio Goldman Sachs ha rivisto al ribasso la propria stima per il 2010 dall’11.4% al 10.1%, mentre la stima per il 2011 è al 10%.
Il motivo principale alla base del rallentamento dell’economia cinese dovrebbe essere una minore vivacità nel settore immobiliare a causa delle misure adottate dal Governo per diminuirne il passo di crescita ed evitare il rischio di un surriscaldamento dell’economia. Il mercato immobiliare, infatti, è cresciuto ad un ritmo talmente consistente negli ultimi mesi da fare ritenere a tutti i maggiori esperti dell’economia cinese che questi si trovi all’interno di una bolla speculativa. Unica voce contraria in tal senso è quella del Presidente di Morgan Stanley Asia Stephen Roach, che ha dichiarato che una bolla è presente solo nella parte alta del mercato, mentre quello residenziale classico dovrebbe continuare a beneficiare della migrazione dalle campagne verso le città.
La parte più consistente dei provvedimenti governativi per frenare il comparto immobiliare è stata quella di rendere più stringenti i criteri di accesso al credito per l’acquisto di seconde e terze case. Nelle aree più coinvolti dai rialzi delle case il Governo ha inoltre impedito alle banche di concedere prestiti per l’acquisto di terze case e alcuni organi di stampa hanno anche iniziato a paventare la possibilità dell’introduzione di una tassa di proprietà.
Ma soprattutto a pesare sul comparto immobiliare nella seconda parte dell’anno potrebbe essere il fatto che l’obiettivo di crescita dei crediti fissato dal Governo per l’intero 2010 potrebbe ben presto essere raggiunto, facendo venire meno al mercato un importante motore di crescita: il ricorso alla leva. I dati di maggio, infatti, hanno visto una crescita dei nuovi prestiti di Yuan639bn, con il totale da inizio anno che ha raggiunto Yuan4013bn. L’obiettivo annuo è di Yuan7500bn. Per quanto alcuni economisti, ad esempio Qing Wang di Morgan Stanley, stiano iniziando a considerare l’eventualità che tale soglia sia alzata, le possibilità che questo possa avvenire ci sembrano limitate considerando che la forte espansione del credito è considerata una delle maggiori fonti di pericolo per l’economia cinese, ed in particolare per il sistema bancario.
In maggio si sono visti i primi segnali che tale politica restrittiva con riferimento al comparto immobiliare stia iniziando ad avere qualche effetto sul mercato. Se, infatti, i prezzi sono cresciuti di un robusto 12.4% y/y, seppure in ribasso rispetto al 12.8% y/y di aprile, il controvalore delle transazioni è diminuito del 25%. L’economia cinese si trova ora in un momento molto critico. Per quanto un rallentamento del comparto immobiliare sia fondamentale per non vedere un ulteriore incremento degli squilibri economici, sarà ora molto importante valutare se tale rallentamento sarà ordinato o, al contrario, ci sarà un vero e proprio crollo.
Pessimista sulle prospettive di un rallentamento ordinato del comparto immobiliare cinese è Kenneth Rogoff, professore dell’Università di Harvard ed ex-capo economista del Fondo monetario internazionale. L’economista stima che il mercato immobiliare possa rallentare in maniera molto forte a seguito dell’espansione incontrollata precedente, andando a colpire il sistema bancario.
Un possibile fattore di sostegno per il mercato immobiliare dovrebbe arrivare dall’andamento dei tassi di interesse. Dopo la decisione dello scorso 19 giugno della Banca Popolare Cinese di tornare ad un sistema di cambio dello Yuan più flessibile contro un paniere di valute eliminando l’ancoraggio contro il Dollaro a 6,83 che era stato introdotto nel 2008, la valuta cinese dovrebbe rivalutarsi (in queste settimane è salita dello 0.9% contro il Dollaro), smorzando le pressioni inflazionistiche e rendendo meno pressante la necessità di alzare i tassi di interesse. Ad esempio, gli economisti di Morgan Stanley hanno rivisto la loro stima sull’andamento dei tassi nel corso del 2010, ritenendo che questi rimarranno invariati contro una precedente stima di un rialzo entro la fine dell’anno.
La pubblicazione nel corso della prossima settimana di tutti i principali dati macroeconomici cinesi promette, quindi, di essere un appuntamento molto importante per i mercati. L’andamento del mercato immobiliare, dei nuovi crediti e dei prezzi al consumo sono i dati da guardare con maggiore attenzione poiché determineranno le prossime mosse della Banca Popolare Cinese, in particolare con riferimento ai tassi di interesse.

domenica 4 luglio 2010

USA: mercato del lavoro più debole delle attese

I dati pubblicati nel corso dell’ultima settimana sono stati generalmente peggiori delle attese, aumentando i timori sulle prospettive di crescita dell’economia statunitense. In particolare sono stati dati sul mercato del lavoro a deludere le attese, con la creazione di posti di lavoro nel settore privato limitata a 83 mila unità contro attese di consensus di +110 mila (nel complesso sono stati persi 125 mila posti a causa dei licenziamenti legati al censimento decennale). Il tasso di disoccupazione è sceso dal 9.7% al 9.5% solo per la discesa della forza lavoro, a dimostrazione di come esista ancora un grande numero di persone che stanno rinunciando a cercare un posto di lavoro perché scoraggiati. Le ore lavorate settimanali sono scese dello 0.3% m/m e i salari orari dello 0.1% m/m.
L’indice di fiducia dei consumatori pubblicato nel corso della settimana è stato più basso del previsto, aumentando le preoccupazioni sulla forza della crescita economica Usa nel secondo semestre del 2010, in particolare per quel che riguarda le prospettive dei consumatori.
Sia il Chicago PMI sia l'ISM manifatturiero sono scesi in giugno, rispettivamente a 59,1 e 56,2. Nonostante i dati si siano confermati su un valore coerente con un proseguimento della tendenza al rialzo della produzione manifatturiera nei prossimi mesi, gli indici hanno rafforzato le attese che la crescita economica statunitense possa rallentare in H2 '10 e che possa essere inferiore a quanto precedentemente previsto.
Il dato sulle pending home sales ha confermato che il mercato immobiliare è crollato in maggio per la scadenza del credito fiscale del governo lo scorso 30 aprile: -30% m/m. Il mercato immobiliare è destinato a rimanere debole ancora per molti mesi. L'aumento dei prezzi delle case evidenziato dall’indice dei prezzi delle case S&P/Case-Shiller (+0,4% m/m su base destagionalizzata) dovrebbe rivelarsi un rimbalzo solo temporaneo.