giovedì 2 settembre 2010

Banca Centrale Svizzera in trappola: Franco Svizzero ai massimi contro l'Euro

Forse, a tornare indietro quel riferimento nel comunicato rilasciato al termine dell’incontro di politica monetaria dello scorso 17 giugno al fatto che i rischi di deflazione siano scomparsi grazie al miglioramento dello scenario economico la Banca Centrale Svizzera non lo farebbe più. Questo, infatti, è stato giustamente interpretato dagli investitori come il segnale che le autorità monetarie svizzere non sarebbero più intervenute per rallentare l’apprezzamento del Franco Svizzero nei confronti dell’Euro. E il risultato è stato che il tasso di cambio EUR/CHF ha rafforzato il proprio trend al ribasso, andando a registrare nel corso delle ultime sedute il proprio minimo storico sotto 1.30, grazie anche al calo dei mercati azionari che ha favorito il movimento di fly to safety da parte degli investitori istituzionali. L’apprezzamento del Franco Svizzero contro l’Euro dal giorno dell’ultima riunione della BNS è di oltre il 5% mentre nel 2010 il guadagno della valuta elvetica è di oltre il 12%.
La situazione per la SNB a questo punto è molto delicata: da una parte, infatti, la Banca Centrale Svizzera deve fare i conti con il forte incremento delle riserve in valuta estera nel proprio attivo di bilancio. Queste, infatti, sono salite da CHF94.680bn di fine 2009 a CHF226.657 di fine giugno e costituiscono oltre l‘81% dell’attivo della Banca. Questo la sta esponendo a forti perdite in conto capitale: la SNB ha stimato in CHF14bn la perdita registrata sui tassi di cambio in H1’10.
Dall’altra parte i pericoli di deflazione sembrano essere tutt’altro che spariti, considerando che l’inflazione è scesa per tre mesi consecutivi e rispetto allo stesso periodo dello scorso anno l’incremento è di un modesto 0.4%. In tal senso un appuntamento importante è la pubblicazione venerdì 3 settembre dei dati sull’inflazione di agosto. Le attese di consensus sono per un dato invariato su base mensile con la variazione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno stabile allo 0.4%. Da valutare sarà, però, soprattutto l’andamento dell’inflazione core, che in luglio era scesa allo 0.1% y/y e potrebbe vedere un ulteriore calo in agosto.
La discesa dell’inflazione core potrebbe richiedere nuovi interventi espansivi da parte della SNB che sembrano, però, difficili da attuare con tassi praticamente a 0 e interventi sui cambi di difficile attuazione a meno di volere ampliare ulteriormente la quota di valuta estera nel bilancio della SNB (che a quel punto avrebbe tutto il bilancio in Euro). La Banca centrale Svizzera si potrebbe, quindi, trovare in un vicolo cieco con poche frecce al suo arco.
In questo scenario solo un forte recupero dei mercati azionari, che ridurrebbe i movimenti di fly to safety, segnali di forte rallentamento dell’economia svizzera, che renderebbe gli investimenti in svizzera poco attraenti, o un forte incremento dell’inflazione a livello globale, che spingerebbe al rialzo i tassi a livello internazionale rafforzando le altre valute, sembrano essere in grado di invertire in maniera sostenuta il trend di rafforzamento del Franco. Tutti questi scenari, però, al momento attuale sembrano essere poco probabili, in particolare per quel che riguarda la crescita economica svizzera. I dati sul Pil del secondo trimestre che saranno pubblicati giovedì 2 settembre, infatti, dovrebbero mostrare una crescita dello 0.8% q/q e del 2.6% y/y, evidenziando come l’economia elvetica sia una delle principali beneficiarie della ripresa economica internazionale. Inoltre i principali indicatori anticipatori dell’economia svizzera (l’indice KOF, il PMI manifatturiero e l’indice sui consumi elaborato da UBS) continuano ad indicare una prosecuzione della crescita economica nel corso dei prossimi mesi.
Le pressioni al rialzo sui Franco sembrano, così, essere destinate a continuare nel breve termine o almeno sino a quando la BNS non prenderà una nuova posizione sulle politiche di cambio. Il prossimo appuntamento ufficiale della Banca centrale è il prossimo 16 settembre, ma non è da escludere che, qualora il Franco continuasse a rafforzarsi con tale velocità, la BNS possa prendere posizione in una delle prossime giornate.
Dopo i recenti rialzi il Franco Svizzero risulta decisamente sopravvalutato rispetto alla PPP calcolata dall’OCSE: +57% contro il Dollaro USA e +64% contro l’Euro. Questo potrebbe avere effetti negativi sulla crescita economica svizzera, aumentando le pressioni deflazionistiche, anche se per ora questa rimane sostenuta. Ad ogni modo, un rallentamento dell’economia svizzera a partire dai prossimi mesi è una chiara possibilità.

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