lunedì 17 settembre 2018

Economia USA ancora in gran spolvero ma i rischi di recessione aumentano

L’economia statunitense rimane solida ma i rischi di medio periodo continuano ad aumentare. I dati pubblicati nelle ultime settimane hanno, infatti, confermato come lo scenario economico per i prossimi mesi rimanga positivo, ma il continuo appiattimento della curva dei rendimenti aumenta i rischi di medio periodo.
A nostro avviso, nelle ultime settimane le indicazioni più confortanti sono arrivate da:
1)     L’indice di fiducia ISM manifatturiero di agosto, in rialzo da 58.1 a 61.3. Un forte rialzo è stato registrato anche dalla voce nuovi ordini (da 60.5 a 65.1), un segnale di forza anche per i prossimi mesi. A 61.3, l’ISM è su un valore in linea con una crescita del Pil del 5.6% secondo le stime dell’ISM;
2)     Il balzo della fiducia dei piccoli imprenditori NFIB, al suo massimo storico nel mese di agosto, che ha rafforzato le indicazioni giunte dall’ISM manifatturiero.
3)     L’andamento del mercato del lavoro, che ha visto la creazione di posti di lavoro assestarsi a quota 201k in agosto, con il tasso di disoccupazione al 3.9%. In più, la crescita dei salari del 2.9% y/y potrebbe sostenere i consumi nei prossimi mesi.
4)     La produzione industriale è aumentata in agosto dello 0.4% m/m, superando le attese di consensus per un aumento dello 0.3% m/m.

martedì 28 agosto 2018

Area Euro: Segnali di debolezza dagli aggregati monetari

La pubblicazione degli aggregati monetari dell’area Euro per il mese di luglio hanno aumentato i timori sulle prospettive di crescita dell’economia a fine 2018/inizio 2019. La massa monetaria M1 è cresciuta del 6.9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in ribasso dal 7.5% dell’anno prima. M3 è salita del 4% y/y, in ribasso dal 4.5% di giugno. 

giovedì 7 dicembre 2017

Il Dollaro australiano non è ancora un’occasione


Il dollaro australiano si è indebolito in settimana contro il Dollaro statunitense ed è rimasto praticamente invariato contro l’Euro sulla scia di dati economici contrastanti e della decisione della Reserve Bank of Australia di lasciare i tassi invariati all’1.5%. In settimana, le vendite al dettaglio sono salite dello 0.5% m/m contro attese di consensus a +0.3% m/m mentre il Pil del terzo trimestre è salito dello 0.6% q/q contro attese a +0.7% q/q. Alla fine della riunione di politica monetaria del 5 dicembre, la Reserve Bank of Australia ha mantenuto i tassi invariati all'1,5%, in linea con le stime degli economisti.

sabato 2 dicembre 2017

Occhi puntati sul mercato del lavoro USA


L’economia statunitense ha continuato a fornire segnali di forza nel corso dell’ultima settimana, con la crescita dell’economia statunitense in Q3 rivista al rialzo del 3.2% al 3.3% e l’indice di fiducia dei consumatori del Conference Board salito in novembre a 129.5, anticipando un’accelerazione dei consumi nei prossimi mesi. Infine, l’indice di fiducia delle imprese ISM manifatturiero, pur in leggera discesa a 58.2, rimane su un valore molto elevato ed in linea con una crescita sostenuta dell’economia.

venerdì 1 dicembre 2017

L'ISM manifatturiero rimane forte ma indica cautela per lo S&P500


L’indice di fiducia ISM manifatturiero è sceso in novembre leggermente più delle attese: da 58.7 a 58.2, contro attese di consensus a 58.4. Per l’indice si tratta del secondo calo consecutivo dopo avere toccato il massimo degli ultimi 13 anni in settembre a 60.8. Tuttavia gli altri sotto-indici hanno registrato un miglioramento. L’indice sui nuovi ordini è salito da 63.4 a 64, anticipando un rimbalzo dell’indice generale il prossimo mese, l’indice sulla produzione da 61.0 a 63.9 e quello sull’occupazione è rimasto praticamente stabile 59.7.

mercoledì 15 marzo 2017

L'equilibrismo della Fed

La riunione della Fed in calendario il 15 marzo avrà un esito scontato secondo le attese di mercato. I futures sui Fed Fund assegnano possibilità del 100% ad un rialzo dei tassi di 25 punti allo 0,75/1%. È uno scenario decisamente mutato rispetto a quanto previsto dagli investitori a inizio anno, quando il primo rialzo dei tassi del 2017 era atteso non prima di giugno.



Con i dati pubblicati nelle ultime settimane che hanno evidenziato un ulteriore miglioramento dello scenario economico e un rialzo delle pressioni inflazionistiche, per la Fed non c’è alcuna ragione per rimandare una normalizzazione dei tassi d’interesse, come evidenziato dalla stessa Yellen nel suo intervento di venerdì 3 marzo al club dei CEO di Chicago. Ad esempio, tra i dati che più hanno confortato sulle prospettive dell’economia è da segnalare il balzo dell’indice ISM manifatturiero, salito in febbraio da 56 a 57,7, un valore in linea con una crescita del Pil del 4,5%. Il rapporto sul mercato del lavoro di febbraio pubblicato venerdì ha confermato come questo rimanga solido, con 235 mila nuovi posti di lavoro creati, il tasso di disoccupazione al 4,7% e la crescita dei salari orari al 2,8% anno su anno.

mercoledì 1 febbraio 2017

Gli emergenti cavalcano l’onda dello S&P500

I principali mercati azionari mondiali hanno cominciato il nuovo anno così come avevano terminato il 2016: all’insegna del rialzo. A guidare le borse sono stati ancora una volta gli indici statunitensi, che sono andati a registrare in settimana i nuovi massimi storici. Inoltre, il Dow Jones Industrial ha superato per la prima volta la soglia dei 20 mila punti, livello che ha richiamato l’attenzione di tutti i media e potrebbe ulteriormente aumentare l’interesse verso Wall Street.
Le prospettive del principale mercato azionario mondiale continuano ad essere positive. A favorire le attese per una prosecuzione del trend al rialzo è il buono stato di salute dell’economia.