mercoledì 23 marzo 2011

Quanto corre il CPI all’inglese!

Ancora una brutta sorpresa per la Bank of England sul fronte dell’inflazione: i dati di febbraio hanno evidenziato come questa stia galoppando al di là delle più pessimistiche ipotesi. Il CPI è, infatti, cresciuto dello 0.7% m/m e del 4.4% y/y contro attese di consensus per un incremento dello 0.6% m/m e del 4.2% y/y. L’inflazione è, così salita al massimo dall’ottobre 2008 e si è portata a un valore più che doppio rispetto al target obiettivo del 2% per la Banca Centrale inglese. A destare ancora più preoccupazione è il fatto che il balzo dell’inflazione non sia dipeso unicamente dalle componenti più volatili quali alimentari ed energetici: anche il CPI core è risultato decisamente superiore alle attese degli economisti raccolti nel consensus di Bloomberg (3.1% y/y), salendo del 3.4% y/y, rispetto al 3% y/y di gennaio. Sull’incremento dell’inflazione è stato chiaro l’effetto, oltre che del balzo del prezzo del petrolio nel corso delle ultime settimane, del rialzo dell’IVA dal 17.5% al 20% entrato in vigore a inizio anno. Forti rialzi, infatti, sono stati registrati da settori quali l’abbigliamento e i beni per la casa, in cui i dettaglianti potrebbero avere deciso di trasferire a valle l’incremento dell’imposizione fiscale.
Con il prezzo del petrolio che continua a muoversi intorno a 100 Dollari al barile e gli effetti del rialzo dell’IVA che potrebbero farsi sentire ancora per diversi mesi, l’inflazione potrebbe non avere ancora raggiunto il suo picco: un rialzo sino al 5% nel corso dei prossimi mesi è, quindi, una possibilità da prendere in considerazione. Sarebbe così superata la proiezione centrale della Bank of England, che nel suo inflation report di febbraio aveva previsto che l’inflazione sarebbe salita non oltre il 4.5% verso la metà del 2011, prima di iniziare a scendere nella seconda parte dell’anno.
Ciò complicherebbe non poco i piani dell’autorità monetaria inglese, ed in particolare quelli del Governatore Mervyn King, nel corso dei prossimi mesi. King, infatti, negli ultimi mesi è sembrato il più convinto assertore all’interno del Comitato di politica monetaria della teoria secondo cui il balzo dell’inflazione sia transitorio e che un rialzo dei tassi non sia necessario considerando l’elevato livello di capacità inutilizzata all’interno del sistema economico, nonostante la stessa BoE abbia rivisto al ribasso le proprie stime sull’output gap in febbraio.
Il rialzo dell’inflazione in febbraio aumenta le possibilità che la Bank of England possa decidere di alzare i tassi, fermi allo 0.5% dal marzo 2009 nelle prossime riunioni: maggio, in occasione della pubblicazione dell’inflation report con le nuove proiezioni su inflazione e crescita economica, sembra la data più probabile per l’inizio della fase di rimozione della politica monetaria ultra-espansiva adottata nella fase più acuta della crisi del credito. Tuttavia, l’eventualità di un rialzo già in aprile, quando anche la Banca Centrale Europea dovrebbe alzare i tassi per la prima volta dal luglio 2008, non sembra da escludere.
Idee più chiare sulle prospettive di politica monetaria si avranno oggi con la pubblicazione delle minute della riunione del Comitato di Politica monetaria dello scorso 10 marzo, in cui era stato deciso di mantenere invariati sia i tassi allo 0.5% sia il programma di acquisto di asset a GBP200bn. In particolare sarà da valutare se un altro membro del Comitato si sarà unito a Spencer Dale e a Martin Weale nel votare a favore di un rialzo dei tassi di 25bp (Andrew Sentance aveva votato per un rialzo di 50bp). In tal caso i membri a favore di un rialzo dei tassi sarebbero 4 su 9, facendo sì che mancherebbe un soffio per raggiungere la soglia della maggioranza. A questo punto un rialzo dei tassi nel breve sarebbe sempre più probabile considerando che basterebbe convincere un solo altro membro per pendere l’ago della bilancia dalla parte dei falchi di politica monetaria. Tuttavia gli economisti ritengono che la fase di rialzo dei tassi che ne seguirebbe non sarebbe particolarmente accentuata, con i tassi che difficilmente superebbero la soglia dell’1% entro fine anno. La crescita economica sta già dando segni di rallentamento e nei prossimi mesi si potrebbe fare sentire ancora di più la politica fiscale restrittiva che il governo dovrebbe perseguire per riportare i conti pubblici in ordine. I dati di febbraio hanno, infatti, evidenziato come un’opera di consolidamento sia necessaria dopo che il deficit è salito a GBP10.3bn (le attese erano a GBP7.6bn) per un calo inaspettato delle entrate. Il budget per il periodo fino a marzo 2012 che il cancelliere dello Scacchiere Osborne presenterà oggi sarà un elemento fondamentale per valutate le prospettive dei conti