martedì 6 luglio 2010

Cina: crollo o rallentamento del mercato immobiliare?

Che qualcosa dell’economia cinese non convinca gli investitori è evidente guardando la performance della borsa di Shangai, con l’indice Composite che accusa una perdita da inizio anno di oltre il 25%. Gli investitori hanno, così, continuato a guardare la forte crescita registrata nel corso degli ultimi trimestri, con il primo trimestre del 2010 che ha visto un’espansione dell’11.9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con timore. Tali timori hanno preso corpo nel corso delle ultime giornate con i segnali di rallentamento dell’economia giunti dalla revisione al ribasso, a causa di un errore di calcolo, del leading indicator del Conference Board di aprile e dal ribasso maggiore delle attese del PMI manifatturiero di giugno, sceso da 53.9 a 52.1. Entrambi i dati hanno evidenziato come il ritmo di crescita dell’economia cinese potrebbe rallentare nel corso dei prossimi mesi. Nel corso delle ultime settimane, quindi, si è assistito ad una revisione al ribasso delle stime sulla crescita del Pil cinese per il 2010 da parte di numerose investment bank, tra cui BNP Paribas e Goldman Sachs. Ad esempio Goldman Sachs ha rivisto al ribasso la propria stima per il 2010 dall’11.4% al 10.1%, mentre la stima per il 2011 è al 10%.
Il motivo principale alla base del rallentamento dell’economia cinese dovrebbe essere una minore vivacità nel settore immobiliare a causa delle misure adottate dal Governo per diminuirne il passo di crescita ed evitare il rischio di un surriscaldamento dell’economia. Il mercato immobiliare, infatti, è cresciuto ad un ritmo talmente consistente negli ultimi mesi da fare ritenere a tutti i maggiori esperti dell’economia cinese che questi si trovi all’interno di una bolla speculativa. Unica voce contraria in tal senso è quella del Presidente di Morgan Stanley Asia Stephen Roach, che ha dichiarato che una bolla è presente solo nella parte alta del mercato, mentre quello residenziale classico dovrebbe continuare a beneficiare della migrazione dalle campagne verso le città.
La parte più consistente dei provvedimenti governativi per frenare il comparto immobiliare è stata quella di rendere più stringenti i criteri di accesso al credito per l’acquisto di seconde e terze case. Nelle aree più coinvolti dai rialzi delle case il Governo ha inoltre impedito alle banche di concedere prestiti per l’acquisto di terze case e alcuni organi di stampa hanno anche iniziato a paventare la possibilità dell’introduzione di una tassa di proprietà.
Ma soprattutto a pesare sul comparto immobiliare nella seconda parte dell’anno potrebbe essere il fatto che l’obiettivo di crescita dei crediti fissato dal Governo per l’intero 2010 potrebbe ben presto essere raggiunto, facendo venire meno al mercato un importante motore di crescita: il ricorso alla leva. I dati di maggio, infatti, hanno visto una crescita dei nuovi prestiti di Yuan639bn, con il totale da inizio anno che ha raggiunto Yuan4013bn. L’obiettivo annuo è di Yuan7500bn. Per quanto alcuni economisti, ad esempio Qing Wang di Morgan Stanley, stiano iniziando a considerare l’eventualità che tale soglia sia alzata, le possibilità che questo possa avvenire ci sembrano limitate considerando che la forte espansione del credito è considerata una delle maggiori fonti di pericolo per l’economia cinese, ed in particolare per il sistema bancario.
In maggio si sono visti i primi segnali che tale politica restrittiva con riferimento al comparto immobiliare stia iniziando ad avere qualche effetto sul mercato. Se, infatti, i prezzi sono cresciuti di un robusto 12.4% y/y, seppure in ribasso rispetto al 12.8% y/y di aprile, il controvalore delle transazioni è diminuito del 25%. L’economia cinese si trova ora in un momento molto critico. Per quanto un rallentamento del comparto immobiliare sia fondamentale per non vedere un ulteriore incremento degli squilibri economici, sarà ora molto importante valutare se tale rallentamento sarà ordinato o, al contrario, ci sarà un vero e proprio crollo.
Pessimista sulle prospettive di un rallentamento ordinato del comparto immobiliare cinese è Kenneth Rogoff, professore dell’Università di Harvard ed ex-capo economista del Fondo monetario internazionale. L’economista stima che il mercato immobiliare possa rallentare in maniera molto forte a seguito dell’espansione incontrollata precedente, andando a colpire il sistema bancario.
Un possibile fattore di sostegno per il mercato immobiliare dovrebbe arrivare dall’andamento dei tassi di interesse. Dopo la decisione dello scorso 19 giugno della Banca Popolare Cinese di tornare ad un sistema di cambio dello Yuan più flessibile contro un paniere di valute eliminando l’ancoraggio contro il Dollaro a 6,83 che era stato introdotto nel 2008, la valuta cinese dovrebbe rivalutarsi (in queste settimane è salita dello 0.9% contro il Dollaro), smorzando le pressioni inflazionistiche e rendendo meno pressante la necessità di alzare i tassi di interesse. Ad esempio, gli economisti di Morgan Stanley hanno rivisto la loro stima sull’andamento dei tassi nel corso del 2010, ritenendo che questi rimarranno invariati contro una precedente stima di un rialzo entro la fine dell’anno.
La pubblicazione nel corso della prossima settimana di tutti i principali dati macroeconomici cinesi promette, quindi, di essere un appuntamento molto importante per i mercati. L’andamento del mercato immobiliare, dei nuovi crediti e dei prezzi al consumo sono i dati da guardare con maggiore attenzione poiché determineranno le prossime mosse della Banca Popolare Cinese, in particolare con riferimento ai tassi di interesse.

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