mercoledì 10 novembre 2010

La Bank of England allontana (ma non cancella) un incremento del quantitative easing

La pubblicazione dell’inflation report trimestrale della Bank of England e la seguente conferenza stampa del Governatore Mervyn King sono gli appuntamenti chiave per capire le prospettive della politica monetaria nel Regno Unito nel corso dei mesi successivi. Per questo motivo i mercati attendevano la pubblicazione del report prevista ieri con grande trepidazione, in particolare dopo che le minute della riunione dello scorso mese di ottobre avevano evidenziato come la BoE fosse divisa in tre fazioni (situazione che dovrebbe essere confermata dalle minute della riunione di novembre che saranno pubblicate mercoledì 17): la maggioranza del Comitato di politica monetaria che ha votato per mantenere invariati sia i tassi allo 0.5% sia il programma di quantitative easing a GBP200bn, un membro, Andrew Sentance, che avrebbe preferito alzare i tassi di 25 punti base e un altro membro, Adam Posen, che aveva votato di aumentare il programma di quantitative easing di GBP50bn.
La risposta che i mercati sembrano avere tratto dagli appuntamenti di ieri è chiara: un incremento del programma di quantitative easing da parte della BoE non è imminente nonostante la Fed abbia deciso di ampliare il proprio stimolo monetario a inizio novembre. Non si spiegherebbe altrimenti il contemporaneo rialzo di Sterlina e tassi a lungo termine nelle fasi seguenti la conferenza stampa di King.
Ad allontanare le ipotesi di un ulteriore stimolo monetario nel breve è stata la revisione delle proiezioni sull’andamento dei prezzi al consumo nel corso dei prossimi mesi da parte della Bank of England. Queste, infatti, sono state riviste al rialzo rispetto allo scorso mese di agosto, con l’inflazione che dovrebbe rimanere ben sopra l’obiettivo del 2% sino alla fine del 2011. Solo dopo l’inflazione dovrebbe scendere sotto il 2% a causa della capacità inutilizzata presente nel sistema. Lo scenario dell’inflazione appare, però, quanto mai incerto a detta della stessa Banca Centrale. Per quanto molti dei fattori che dovrebbero sostenere l’inflazione nei prossimi mesi siano temporanei (rialzo dell’IVA, dei prezzi energetici e la debolezza della Sterlina), questi potrebbero aumentare le aspettative sull’andamento dei prezzi al consumo nel medio periodo, rendendo l’inflazione più resistente di quanto anticipato dalle autorità monetarie britanniche.
Del resto, con l’inflazione attesa ben sopra il livello obiettivo del 2% e un tasso di crescita che è stimato rimanere robusto nel corso dei prossimi trimestri, un incremento della politica monetaria espansiva da parte della BoE sembrerebbe difficilmente giustificabile adesso. Le nuove proiezioni della Bank of England, infatti, vedono la crescita continuare ad un ritmo medio del 3% annuo per tutto il periodo di previsione. L’effetto negativo dovuto alla politica fiscale restrittiva che sarà adottata a partire dal 2011 sembra, quindi, essere considerato limitato, contrariamente a quanto detto dal Fondo monetario internazionale il giorno prima.
Per questo motivo la Bank of England dovrebbe confermare un atteggiamento attendista almeno sino alla pubblicazione del prossimo inflation report, prevista nel mese di febbraio, considerando che anche un incremento dei tassi a causa delle pressioni inflazionistiche elevate appare improbabile per tutte le incertezze sulle prospettive dell’economia. Solo allora, sulla base dell’andamento dei dati economici che saranno pubblicati nelle prossime settimane, le autorità monetarie britanniche potrebbero dare una direzione più netta al proprio orientamento. Lo stesso King, infatti, ha confermato come l’analisi dei singoli dati che saranno nelle prossime settimane sarà quanto mai importante per capire quale indirizzo prenderà la politica monetaria.
Tuttavia, più che i singoli dati economici potrebbe essere l’andamento della Sterlina a determinare l’andamento della politica monetaria nel corso dei prossimi trimestri. Nella conferenza stampa, infatti, King ha evidenziato come un riequilibrio nei conti con l’estero tramite un incremento delle esportazioni ed una crescita più moderata dei consumi sia fondamentale per assistere ad una crescita più equilibrata negli anni a venire. Allo stesso tempo, King ha anche evidenziato come un rallentamento delle altre maggiori economie internazionali sia il rischio maggiore per le prospettive di crescita britanniche. In questo scenario, e con il calo della Sterlina nel corso degli ultimi anni che ha avuto un effetto inferiore alle attese sull’andamento delle esportazioni, ogni incremento della valuta sarebbe guardato con preoccupazione dalla Bank of England.
Insomma, King che, fu il primo a propugnare un calo della valuta per migliorare la crescita economica, non ha ancora cambiato idea: puntare su un rialzo della Sterlina nei prossimi mesi potrebbe, quindi, essere quanto mai arrischiato.

Nessun commento:

Posta un commento