giovedì 7 dicembre 2017

Il Dollaro australiano non è ancora un’occasione


Il dollaro australiano si è indebolito in settimana contro il Dollaro statunitense ed è rimasto praticamente invariato contro l’Euro sulla scia di dati economici contrastanti e della decisione della Reserve Bank of Australia di lasciare i tassi invariati all’1.5%. In settimana, le vendite al dettaglio sono salite dello 0.5% m/m contro attese di consensus a +0.3% m/m mentre il Pil del terzo trimestre è salito dello 0.6% q/q contro attese a +0.7% q/q. Alla fine della riunione di politica monetaria del 5 dicembre, la Reserve Bank of Australia ha mantenuto i tassi invariati all'1,5%, in linea con le stime degli economisti.

Il governatore della RBA Philip Lowe ha osservato che, sebbene l’inflazione sia sotto il 2%, la RBA ha mantenuto le sue proiezioni che l'inflazione "si riprenderà gradualmente man mano che l'economia si rafforzerà".
Lowe ha detto che "gli indicatori di lungo periodo continuano a indicare una solida crescita dell'occupazione nei prossimi mesi", dopo una forte crescita dell'occupazione nel 2017. Inoltre, ha aggiunto che la bassa crescita dei salari è "probabile possa continuare ancora per un po', anche se le condizioni del mercato del lavoro dovrebbero favorire un aumento della crescita in futuro". Infine, la RBA prevede che il prodotto interno lordo dell'Australia crescerà intorno al 3% per i prossimi anni.Pur essendo ben sotto il massimo contro il Dollaro USA toccato nel 2011 a 1,1 e contro l’Euro a 1.15 nel 2012, non consideriamo l'AUD come un'opportunità di acquisto al livello attuale.

Il motivo principale è che l'AUD è ancora del 10% sopravvalutato rispetto al dollaro USA e del 20% contro l’Euro sulla base della stima dell’OCSE della Parità del Potere d’acquisto. Sebbene questo non sia uno strumento di trading di breve termine, l'indice è utile per cogliere opportunità di acquisto o vendita di lungo termine.
Inoltre, a breve termine riteniamo che i differenziali dei tassi d'interesse saranno favorevoli al Dollaro USA. Infatti, il rendimento del governativo statunitense a 2 anni dovrebbe continuare a essere sostenuto dalle aspettative che la Fed possa estendere la politica monetaria restrittiva nel 2018. Le ultime proiezioni della Fed prevedono un rialzo dei tassi di 25 punti base all’1.25-1.5% in dicembre, seguito da 3 rialzi nel 2018. La RBA, invece, potrebbe alzare i tassi solo una volta nel 2018 poiché la crescita economica potrebbe essere inferiore alle attese. Ad esempio, il Fondo monetario internazionale ha previsto un tasso di crescita del 2,9% per l'economia australiana nel 2018, che potrebbe essere difficilmente raggiunto se si confermasse il recente indebolimento della crescita delle spese personali e delle esportazioni nette.

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