mercoledì 7 settembre 2011

Banca Centrale Europea e Banca d'Inghilterra pronte a politiche espansive

Con i segnali di rallentamento economico a livello internazionale che si fanno sempre più profondi, investitori ed economisti si aspettano che ben presto anche la Banca Centrale Europea e quella Inglese possano intervenire per cercare di rilanciare la crescita. Le riunioni di entrambe le banche centrali che si terranno oggi, però, ben difficilmente vedranno interventi di politica monetaria espansiva. La BCE dovrebbe, infatti, tenere i tassi fermi all’1.5% e confermare gli interventi di sostegno alla liquidità delle banche che erano stati annunciati lo scorso mese di agosto mentre la BoE dovrebbe mantenere i tassi allo 0.5% ed il programma di acquisto di asset a GBP200bn. Con un’inflazione ancora ben sopra i livelli di guardia per le due banche centrali – al 2.5% y/y in area Euro e al 4.4% y/y in UK – immaginare un’estensione della politica monetaria espansiva da parte delle due banche centrali sembra azzardato.
Tuttavia le cose potrebbero cambiare nei prossimi mesi, man mano che le pressioni inflazionistiche diminuiranno e che i segnali di rallentamento economico dovrebbero intensificarsi. Ad esempio i tassi futures sull’Euribor scontano come praticamente certo un ritorno dei tassi all’1% entro la fine del primo semestre del prossimo anno con possibilità, anche se limitate, che sono assegnate ad un taglio dei tassi entro la fine dell’anno. La BCE, del resto, tramite il proprio presidente Trichet potrebbe annunciare già nella conferenza stampa di oggi come l’orientamento della politica monetaria sia cambiato. I rischi con riferimento allo scenario dell’inflazione, proprio per il sempre più probabile rallentamento dell’economia dell’area Euro nei prossimi mesi, potrebbero non essere più considerati al rialzo, mentre le prospettive sulla crescita economica potrebbero essere considerate sempre più incerte. La BCE, quindi, potrebbe rivedere al ribasso le proprie stime rispetto allo scorso mese di giugno sia sulla crescita economica sia sull’inflazione. In particolare, se la BCE stimava tre mesi fa un tasso di espansione dell’1.7% e un’inflazione all’1.7%, ora potrebbe portare la propria proiezione sulla crescita del Pil a poco più dell’1% e quella sull’inflazione all’1.5%. Le stime sul 2011 (Pil all’1.9% e inflazione al 2.6%), invece, dovrebbero essere riviste all’ingiù in maniera minima.
Trichet non dovrebbe fornire particolari indicazioni sul programma di acquisto di titoli governativi sul mercato, anche se dovrebbe ribadire come questo sia temporaneo e come i governi dei paesi più coinvolti nella crisi del debito si debbano impegnare per riportare i conti in ordine. Un monito che, alla luce di quanto l’andamento dei rendimenti dei Governativi di paesi quali Italia e Spagna sia dipendente dagli acquisti della Banca Centrale, andrebbe ascoltato con attenzione per non correre il rischio, come dimostrato dall’Italia in settimana, di rivedere un forte rialzo dei rendimenti.
In UK, invece, oggi non sono attesi annunci importanti, con solo le minute della riunione che saranno diffuse il prossimo 21 settembre che evidenzieranno gli orientamenti di politica monetaria dei membri del Consiglio Direttivo. Tuttavia, per quanto la maggior parte degli economisti ritenga molto probabile un ampliamento del programma di acquisto di asset nei prossimi mesi, la BoE non dovrebbe dare indicazioni che questa possa avvenire nel breve. L’inflazione, infatti, rimane ben sopra il target della Banca Centrale e solo i primi segnali di un suo ritorno sotto la soglia del 3% y/y potrebbe dare il via libera alle autorità monetarie.
In un’ottica di medio periodo, però, un nuovo intervento espansivo sembra inevitabile, considerando quanto l’economia inglese potrebbe risentire del rallentamento dell’area Euro. Un chiaro segnale in tal senso è arrivato ieri dall’andamento della produzione industriale nel mese di luglio, scesa dello 0.2% m/m contro attese di un dato invariato. Anche la produzione manifatturiera si è confermata debole, con un incremento limitato allo 0.1% m/m. In questo scenario la BoE dovrebbe impedire che una manovra espansiva da parte della BCE possa rafforzare la Sterlina contro l’Euro. In coincidenza di un taglio dei tassi da parte della BCE, quindi, anche la BoE dovrebbe premere l’acceleratore sulla leva monetaria.
Sul fronte interno, inoltre, continua il trend negativo dei prezzi delle case, situazione che a sua volta dovrebbe favorire una maggiore politica espansiva. I dati di Halifax hanno evidenziato come i prezzi delle case siano scesi in Agosto dell’1.2% m/m, primo ribasso negli ultimi quattro mesi, e del 3.9% y/y. Fino a quando i prezzi delle case rimarranno in un trend negativo, infatti, difficilmente si potrà vedere una ripresa sostenuta dei consumi interni.

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