venerdì 23 settembre 2011

La Bank of England è pronta ad intervenire

Dopo che il Comitato di Politica monetaria della Bank of England aveva deciso al termine della riunione dell’8 settembre di lasciare inalterato sia i tassi allo 0.5% sia il programma di acquisto di asset a GBP200bn, la pubblicazione delle minute prevista ieri era attesa da analisti ed investitori con impazienza per capire quali potrebbero essere le prossime mosse di politica monetaria. Dalle minute è chiaramente emerso come un ulteriore intervento di politica monetaria espansiva sia praticamente certo, pur rimanendo delle incertezze sulla sua tempistica. I membri del Comitato di politica monetaria hanno evidenziato come “sia sempre più probabile che ulteriori acquisti di asset siano necessari prima o poi per rendere più espansiva la politica monetaria”. A giustificare un nuovo intervento espansivo è il peggioramento del quadro economico nel corso delle ultime settimane. Il Fondo monetario internazionale, ad esempio, ha rivisto al ribasso le proprie stime sulla crescita economica inglese nel suo World Economic Outlook di settembre all’1.1% nel 2011 e all’1.6% nel 2012 rispetto all’1.5% e al 2.3% rispettivamente che erano stati stimati solo lo scorso mese di giugno. Con la politica fiscale che dovrebbe restare restrittiva, come evidenziato dalla volontà del Governo Cameron di continuare nel suo piano di austerity nonostante il rallentamento economico, solo la politica monetaria potrebbe fornire uno stimolo all’economia nei prossimi mesi.
A frenare un intervento già nella riunione di settembre è stato l’elevato livello dell’inflazione. In agosto l’inflazione si è attestata al 4.5% y/y, più del doppio rispetto all’obiettivo del 2% della BoE, ed un incremento fino al 5% è atteso nei prossimi mesi a causa dell’andamento dei prezzi nel settore delle utility. Tuttavia una frenata delle pressioni inflazionistiche sembra molto probabile nel 2012, con una discesa verso l’obiettivo della Banca Centrale che è considerato quasi certo da parte degli osservatori. L’inflazione, salita principalmente per l’incremento dell’IVA e per il balzo dei prezzi del petrolio degli scorsi mesi, potrebbe scendere non solo per il venire meno di un effetto confronto sfavorevole ma anche per le conseguenze di una crescita economica che le autorità monetarie inglesi prevedono sarà più debole di quello che era stato preventivato solo lo scorso mese di agosto. I membri del Comitato di politica monetaria hanno, però, giudicato conveniente aspettare per valutare l’evoluzione del quadro economico, incluse le prossime mosse delle autorità straniere pur sottolineando come i rischi al ribasso sull’inflazione siano notevolmente aumentati nelle ultime settimane.
Solo Adam Posen, come avviene regolarmente dalla riunione di ottobre ‘10, ha votato a favore di un incremento del programma di acquisto di asset di GBP50bn.
Proprio un incremento del programma di acquisto di asset appare la misura che più facilmente possa essere implementata. I membri del comitato, infatti, hanno analizzato anche misure alternative quali un’ulteriore riduzione dei tassi, l’impegno a mantenerli bassi per un determinato periodo temporale o un incremento della duration di portafoglio, concludendo che nessuno avrebbe un impatto sull’economia maggiore rispetto alla prima alternativa.
Il programma di acquisto di asset ha, del resto, avuto dei risultati brillanti secondo uno studio della Bank of England. Nel proprio bollettino trimestrale pubblicato lo scorso lunedì, la BoE ha evidenziato come il programma di acquisto di asset iniziato a marzo 2009 e concluso all’inizio del 2010 possa avere un impatto positivo sul Pil pari all’1.5%/2%, un risultato equivalente ad un taglio dei tassi pari a 150/300 punti base.
Quello che le minute non hanno specificato è la tempistica con cui un nuovo intervento espansivo possa essere deciso. L’indicazione di alcuni membri secondo cui una continuazione delle condizioni viste nell’ultimo mese potrebbero essere sufficienti per un’espansione della politica monetaria, è il segnale che questa potrebbe essere decisa prima della fine dell’anno. Novembre, in coincidenza con la pubblicazione del nuovo Inflation Report trimestrale, è considerata la data più probabile dagli economisti che ritengono elevate le possibilità di un intervento a breve. In tale occasione, infatti, la Bank of England potrebbe rivedere al ribasso in maniera sostanziale le proprie stime su crescita economica ed inflazione, giustificando un nuovo intervento espansivo. Possibile, anche se meno probabile, è l’alternativa che un intervento possa essere deciso già in ottobre.
Tuttavia, con alcuni membri del Comitato che hanno sottolineato come sia necessario evitare il rischio di fare aumentare le aspettative sull’inflazione, con riflessi al rialzo sulla dinamica dei salari, i prossimi dati sull’inflazione saranno di fondamentale importanza. Nel caso in cui questi dovessero ancora una volta sorprendere negativamente, l’alleggerimento della politica monetaria potrebbe essere rimandato al 2012. Il rischio che questo, favorendo un indebolimento della Sterlina, possa ulteriormente aumentare le pressioni inflazionistiche sarebbe troppo alto per essere corso nel breve.

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