martedì 6 settembre 2011

La Banca Centrale Svizzera frena la corsa del Franco

“La Banca Centrale Svizzera ha tracciato una linea nella sabbia”. Così molti esperti di mercato hanno commentato l’annuncio della Banca Centrale Svizzera di non volere più tollerare un tasso di cambio Euro/Franco Svizzero sotto la soglia di 1.20. Non a caso il Franco ha immediatamente guadagnato oltre l’8% nei confronti dell’Euro portandosi sopra tale quota.
L’affermazione della SNB secondo cui è pronta a comprare una quantità illimitata di valuta estera per raggiungere il proprio obiettivo dovrebbe fare sì che nel breve la valuta difficilmente dovrebbe scendere sotto questo livello.
La Banca centrale svizzera si é vista costretta ad intervenire in maniera massiccia sui mercati dopo che le azioni precedenti decise nel mese di agosto avevano avuto un impatto solo temporaneo sul Franco Svizzero: dopo essere salito da un minimo a 1,02 di inizio agosto a quasi 1,20 a fine agosto, la valuta elvetica era tornata a scendere nelle prime sedute di settembre portandosi ad un passo dalla soglia di 1,1. Lo scorso 3 agosto la SNB aveva comunicato di aver ridotto la forchetta del Libor dallo 0-0,75% allo 0-0,25%, il 10 era stato deciso di incrementare la liquidità sul mercato monetario portando i depositi a vista da 80 a 120 miliardi di franchi svizzeri ed il 17 agosto l’asticella era stata ulteriormente innalzata a 200 miliardi.
A pensare male, che, come ci ha insegnato qualcuno, sì fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre, la SNB non ha potuto aspettare la riunione di politica monetaria in calendario giovedì 15 perché pressata dal governo federale: il ministro dell’economia svizzera Johann Schneider Ammann aveva invitato lunedì le autorità monetarie a fare qualcosa per bloccare l’ascesa del Franco.
Tuttavia a preoccupare le autorità monetarie sono anche stati i dati economici pubblicati nelle ultime settimane, in particolare l’ultimo dato sull’inflazione diffuso ieri poco prima dell’annuncio della decisione della Banca centrale. L’inflazione è sorprendentemente scesa nel mese di agosto dello 0.2% m/m contro attese di consensus a +0.3% m/m, con la variazione annua allo 0.2%, in discesa dallo 0.5% del mese precedente. Tali dati hanno aumentato i timori che l’economia svizzera possa entrare in deflazione nei prossimi mesi, tanto più che l’inflazione core è allo 0% y/y.
Negativi erano stati anche gli ultimi dati economici. Più che la discesa nel secondo trimestre del tasso di crescita del Pil al minimo da inizio del 2010, a preoccupare è stato il ribasso dell’indice KOF al minimo dal settembre 2009, segnale di come il ciclo economico potrebbe subire una forte battuta d’arresto nei prossimi mesi.
La mossa della SNB potrebbe, così, dare ora fiato alle società esportatrici, i cui margini sono scesi in maniera preoccupante negli ultimi mesi a causa del rialzo della valuta e le cui prospettive erano già peggiorate a causa dei segnali di rallentamento provenienti dal ciclo economico dell’area Euro.
Non a caso il mercato azionario elvetico ha festeggiato la decisione della SNB con un rialzo superiore al 3% guidato da società quali Swatch e Richemont che realizzano la maggior parte del proprio fatturato fuori dai confini svizzeri.
Tuttavia, se la decisione della SNB di tenere il franco svizzero sopra 1.2 contro l’euro dovrebbe essere un successo nei prossimi mesi, più incerta è la sua riuscita nel medio periodo. In primo luogo perché il destino del cambio Euro/Franco dipenderà principalmente dai fondamentali della valuta unica europea, che adesso non sembrano dei migliori considerando che la crisi del debito dei paesi periferici è lontana dall’essersi conclusa a causa delle incertezze su come risolverla da parte dei Governi. In secondo luogo per l’azione della Banca centrale svizzera potrebbe essere meno forte di quanto le autorità monetarie svizzere vogliono fare credere. La SNB, infatti, si era vista costretta a interrompere gi interventi nel giugno del 2010 dopo che questi si erano rivelati poco efficaci ed avevano incrementato a dismisura la quota di valuta estera tra i propri asset. Questo sta già esponendo la banca centrale a delle forti perdite poiché le riserve sono contabilizzate con il metodo del mark to market: nel 2010 la SNB ha perso oltre 20 miliardi di dollari e nel 2011 le perdite sono già ammontate a 10 miliardi. Per quanto una soluzione tampone a tale problema potrebbe essere trovata, come evidenziato dagli economisti di Deutsche Bank, sospendendo il mark to market o spostando le riserve valutarie al di fuori dei conti della Banca Centrale, solo un’inversione duratura del trend del Franco risolverebbe il problema dei conti della banca.
Inoltre, nel caso la SNB dovesse immettere una forte quantità di liquidità sul mercato per ottenere il proprio obiettivo, l’inflazione potrebbe crescere più di quanto desiderato. In tal caso per la Banca centrale sarebbe impossibile alzare i tassi e difendere un livello della valuta contemporaneamente.
Un problema che non si dovrebbe presentare nel breve, ma che fa sì che tra qualche mese scommettere sul Franco potrebbe tornare interessante.

Nessun commento:

Posta un commento