mercoledì 6 luglio 2011

Scenario sempre più complicato per la BoE

Inflazione in forte crescita ed economia in rallentamento: lo scenario peggiore per un banchiere centrale. Questo il quadro economico con cui si dovrà confrontare oggi la Bank of England nel corso della riunione mensile che dovrebbe concludersi con un nulla di fatto, in linea con quanto avviene dal novembre 2009. Solo con la pubblicazione delle minute della riunione odierna in calendario il prossimo 20 luglio si avranno maggiori indicazioni sulle prospettive della politica monetaria britannica nei prossimi mesi, anche se interventi di politica monetaria non sono attesi per tutta l’estate e probabilmente per il resto del 2011.
Lo scenario che deve affrontare la BoE rimane quanto mai incerto. Da una parte, infatti, c’è il forte rialzo dell’inflazione, che rimane sopra la soglia del 3% da 17 mesi consecutivi e potrebbe raggiungere il 5% nel corso dell’estate sulla base delle stesse stime della Banca centrale. Con queste premesse rinviare una politica monetaria restrittiva potrebbe essere pericoloso, come evidenziato da un recente report della BIS che esortava le autorità monetarie britanniche ad alzare i tassi subito.
Dall’altra parte, però, i segnali di rallentamento dell’economia si stanno facendo sempre più forti aumentando i timori sulla crescita economica nei mesi a venire. Dopo che l’economia britannica è rimasta piatta nel periodo che va dall’ultimo trimestre del 2010 al primo del 2011, il secondo trimestre dovrebbe vedere un’espansione molto contenuta – le stime degli analisti sono per un incremento dello 0.3% m/m – e i dati anticipatori pubblicati nelle ultime settimane evidenziano come la crescita potrebbe restare modesta anche nella seconda parte dell’anno. Un segnale in tal senso è arrivato dal PMI manifatturiero, che in giugno è rimasto poco sopra la soglia di 50 evidenziando come, nonostante la debolezza della Sterlina, il settore industriale potrebbe crescere ad un ritmo modesto nella seconda parte dell’anno. Del resto i problemi del settore sembrano essere più profondi e strutturali, come testimoniato dalla chiusura dello storico costruttore di treni Bombardier, ultimo rimasto in UK, con una perdita di 1400 posti di lavoro. Ma il vero punto di debolezza per l’economia britannica è l’andamento dei consumi, che dovrebbero continuare a soffrire per l’elevato indebitamento delle famiglie e per la perdita di potere d’acquisto dovuto al forte incremento dell’inflazione a fronte di salari sostanzialmente stabili. La crisi che sta colpendo i paesi periferici potrebbe essere un ulteriore ostacolo alla ripresa dell’economia britannica. In primo luogo perché l’area Euro è il principale mercato per le esportazioni del paese e potrebbero quindi risentire di un suo rallentamento. In secondo luogo perché le banche britanniche hanno un’esposizione consistente nei sistemi finanziari di questi paesi, ed in particolare dell’Irlanda, e potrebbero accusare delle perdite nel caso la situazione dovesse ulteriormente peggiorare.
Per questi motivi, preoccupati dalla perdurante debolezza della domanda interna, alcuni membri del Comitato di politica monetaria hanno evidenziato nel corso della riunione di politica monetaria di giugno che un’estensione del programma di acquisto di asset è un’opzione da tenere in considerazione nel caso di una discesa dell’inflazione nel medio periodo. Solo Adam Posen, però, aveva votato in quell’occasione a favore di un incremento de programma di acquisto di asset per GBP50bn, mentre Spencer Dale e Martin Weale avevano votato per alzare i tassi di 25 punti base.
Tuttavia difficilmente altri membri del Comitato di politica monetaria potrebbero decidere di cambiare schieramento. In particolare sembra difficile che qualche membro possa votare a favore di un’estensione del programma di acquisto di asset stante l’elevato livello d’inflazione. Come sottolineato dal Governatore King, infatti, questo potrebbe minare la credibilità della Banca Centrale.
In questo scenario la Sterlina potrebbe continuare a soffrire. Come evidenziato dagli ultimi dati del Chicago Mercantile Exchange, la Sterlina è diventata la valuta di finanziamento preferita dagli investitori internazionali, con le vendite sulla valuta che hanno raggiunto nella settimana al 28 giugno il proprio massimo da luglio 2010 . La valuta britannica risente delle attese che la BoE non alzerà i tassi per diversi mesi, soprattutto in considerazione del fatto che l’inflazione dovrebbe iniziare a scendere nella seconda parte dell’anno e che la crescita economica resterà debole, al contrario di quello che ha fatto la BCE. Inoltre, mentre la Fed è arrivata alla fine del proprio programma di allentamento quantitativo e ha dimostrato di non essere desiderosa di iniziarne uno nuovo nel breve, la BoE potrebbe decidere un nuovo intervento espansivo dei prossimi mesi nel caso un nuovo rallentamento economico.
Con il differenziale sui tassi di interesse che continuerà a restare negativo ancora molto a lungo e la volatilità che rimane bassa il trend negativo della Sterlina dovrebbe persistere a lungo.

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