mercoledì 27 luglio 2011

Un sospiro di sollievo dal Pil inglese

Che i mercati si aspettassero delle sorprese negative dal dato sul Pil inglese del secondo trimestre lo si capisce dalla reazione della Sterlina contro l’Euro nel momento della pubblicazione del dato: la valuta britannica ha guadagnato lo 0.4%, estendendo il progresso nelle ore successive. Non male come risposta a un dato che in definitiva è uscito in linea con le attese del consensus degli economisti: +0.2% q/q e +0.7% y/y, la variazione annua più bassa dal primo trimestre del 2010. A dare fiducia ai mercati è stata probabilmente la dichiarazione dell’Ufficio Nazionale di Statistica secondo cui al netto degli effetti straordinari delle vacanze extra a causa del matrimonio reale, del terremoto in Giappone, delle prime vendite dei biglietti per le olimpiadi e delle condizioni meteorologiche sfavorevoli al settore delle utility la crescita sarebbe stata dello 0.7% q/q. L’andamento delle singole voci all’interno del Pil non ha dato un quadro chiaro sulle prospettive di crescita dell’economia britannica. La produzione industriale è crollata dell’1.4% q/q, penalizzata dalla contrazione del 6.5% nel settore minerario e del 3.2% nel settore delle utility, ma anche il settore manifatturiero ha registrato una contrazione dello 0.3% q/q, segnale di come il comparto non riesca a beneficiare della debolezza della Sterlina nei confronti dell’Euro. Il settore dei servizi e delle costruzioni, invece, hanno registrato una crescita dello 0.5% q/q.
Quel che lascia in eredità il dato sul Pil del secondo trimestre è un’economia che fatica a trovare un sentiero di crescita sostenibile: negli ultimi nove mesi, infatti, l’economia britannica è rimasta sostanzialmente invariata considerando che nell’ultimo trimestre del 2010 si era contratta dello 0.5% q/q prima di rimbalzare dello 0.5% q/q in Q1 ’11. A parere degli esperti anche nella seconda parte dell’anno non ci dovrebbe essere un forte rimbalzo dell’economia, in linea con l’andamento degli indicatori anticipatori: sia il PMI manifatturiero sia quello relativo al settore dei servizi si sono portati in giugno su valori in linea con una crescita solo moderata nei prossimi mesi.
Questo potrebbe fare sì che il Governo debba rivedere al ribasso la propria stima sulla crescita del Pil nel 2011 attualmente all’1.7%, portandola in linea con quella del consensus degli economisti dell’1.3%. La crescita inferiore alle attese non dovrebbe, però, avere un impatto sulle decisioni in materia economica del Governo, che dovrebbe andare avanti nel suo piano di austerity nonostante alcuni esperti attribuiscano proprio alla stretta fiscale il motivo della debolezza dell’economia. Il cancelliere dello scacchiere Osborne, commentando il dato sul Pil, ha detto che abbandonare il piano di austerity avrebbe detto conseguenze molto negative sulla crescita. Tanto più che il paese rischia di perdere il proprio rating di tripla A secondo gli esperti a causa dell’elevato deficit pubblico.
La debolezza economica dovrebbe fare sentire i propri effetti anche sulla politica monetaria, con la Bank Of England che dovrebbe mantenere i tassi invariati allo 0.5% ancora a lungo: i tassi sul mercato monetario non scontano un rialzo prima della fine del primo trimestre del 2012. Tuttavia, con l’inflazione ancora ben sopra l’obiettivo del 2%, anche un nuovo programma di allentamento quantitativo prima della fine dell’anno sembra alquanto improbabile.
In questo scenario, e considerando che la BCE potrebbe alzare ulteriormente i tassi di 25bp in ottobre portandoli all’1.75%, il differenziale sui tassi di interesse dovrebbe continuare ad essere favorevole alla valuta unica europea. Per questo motivo la Sterlina dovrebbe continuare ad indebolirsi in un’ottica di medio periodo contro l’Euro.

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