martedì 23 agosto 2011

La fiducia scende in Germania e la BCE è in trappola

I dati economici pubblicati nelle ultime settimane hanno chiaramente evidenziato come anche l’economia tedesca inizi ad avere il fiato corto dopo la corsa del 2010. Il maggiore esempio in tal senso è stata la debolezza del Pil del secondo trimestre, che ha registrato un balzo di solo lo 0.1% q/q contro lo 0.5% atteso dal consensus e l’1.3% del primo trimestre.
Ma sono soprattutto gli indici di fiducia ad evidenziare come il forte tasso di crescita nel primo trimestre del 2011 possa non essere ripetuto per diversi trimestri. Sia il PMI manifatturiero sia il PMI servizi sono, infatti, ben lontani dai massimi registrati ad inizio anno, anche se rimangono su valori in linea con un’espansione dell’economia nella seconda metà del 2011. In particolare in agosto è stato il PMI manifatturiero a far tirare un respiro di sollievo agli esperti di mercato, restando invariato a 52, ben sopra, quindi, la soglia di 50 che delimita espansione da recessione. Tuttavia, il PMI servizi, sceso da 52.9 a 50.4, ha evidenziato come nonostante il buon momento del mercato del lavoro le spese per consumi potrebbero continuare a crescere ad un ritmo modesto anche nei prossimi mesi, facendo sì che l’economia tedesca rimanga troppo dipendente dall’andamento del ciclo economico a livello internazionale.
In forte calo in agosto è stato anche l’indice di fiducia di analisti ed investitori istituzionali Zew, sceso a -37.6, il minimo da dicembre ’08. Con il mercato azionario in calo di oltre il 20% nel periodo di riferimento, era del resto difficile immaginarsi un risultato migliore.
Il vero banco di prova per l’economia tedesca, però, sarà la pubblicazione oggi dell’indice di fiducia delle imprese IFO, ben più rappresentativo degli indici pubblicati ieri ed in grado di rappresentare con maggiore precisione le prospettive del settore industriale nei mesi a venire. L’indice, dopo avere registrato il massimo storico a 114.5 in giugno, dovrebbe estendere la correzione successiva scendendo da 112.9 a 111. Non un brusco calo e non il segnale di una forte correzione della produzione industriale nel breve: sulla base della relazione storica tra fiducia delle imprese e produzione industriale, a 111 l’IFO segnalerebbe che la produzione industriale potrebbe espandersi ad un ritmo vicino all’8% y/y nei prossimi due/tre mesi.
Più incerte, però, sono le prospettive del settore industriale nel corso dei mesi successivi. Storicamente, infatti, l’IFO ha mostrato una netta tendenza a muoversi in trend ben definiti, la cui durata media è stata di diciannove mesi. Con l’IFO che dovrebbe avere registrato in giugno il picco del trend al rialzo iniziato a dicembre ’08, le nostre attese sono che la fiducia delle imprese possa continuare a scendere non solo negli ultimi mesi del 2011 ma anche per tutto il 2012. Un minimo potrebbe essere raggiunto nell’area 90/95, valori che segnalerebbero una leggera contrazione su base annua della produzione industriale.
Le maggiori conseguenze di un trend al ribasso della fiducia delle imprese tedesche sarebbero sulla politica monetaria della BCE nel 2012. Per quanto un ulteriore rialzo dei tassi di 25 punti base all’1.75% in ottobre dopo i due rialzi di aprile e luglio sia una chiara possibilità, in particolare qualora l’inflazione tornasse a salire in agosto e settembre dopo il calo al 2.5% y/y in luglio, la BCE potrebbe essere costretta ad invertire la propria politica monetaria restrittiva nei mesi a venire. I principali punti di svolta dell’indice di fiducia delle imprese IFO, infatti, hanno puntualmente anticipato un cambiamento dell’orientamento della politica monetaria. Per questi motivi, grazie anche una discesa dell’inflazione nei prossimi mesi per il venire meno delle pressioni al rialzo provenienti dal balzo del prezzo delle commodity, la BCE potrebbe tornare sui suoi passi nel 2012 e tagliare i tassi, portandoli nuovamente all’1%, se non addirittura ad un livello più basso.
Una prosecuzione del trend al ribasso dell’IFO avrebbe anche effetti diretti sull’andamento sia dei rendimenti del mercato obbligazionario sia del mercato azionario. Storicamente un calo dell’IFO è stato seguito da un ribasso dei rendimenti dei governativi a 10 anni, come evidenziato dal grafico in pagina. Ancora più stretta è la correlazione tra le variazioni dell’indice di fiducia delle imprese e la performance annua del Dax. Un calo dell’IFO, quindi, potrebbe anticipare performance deludenti anche nei mesi a venire. Qualora il trend al ribasso dell’IFO fosse confermato, quindi, lo scenario per il mercato azionario continuerebbe a restare pieno d’incertezze, almeno fino a quando tale trend non si invertirà.

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