giovedì 10 giugno 2010

BoE e BCE, banche centrali sotto assedio e poche cartucce da sparare

Area Euro e Regno Unito sono in questo momento le due regioni maggiormente al centro dell’attenzione degli investitori internazionali per i timori sulla sostenibilità dei loro conti pubblici. Se, infatti, i problemi dei paesi periferici dell’area Euro sono ben noti al mercato da diverse settimane e tali da portare alla creazione di un fondo da EUR750 miliardi per salvare i paesi più indebitati, nel corso della settimana sono state le dichiarazioni dell’agenzia di rating Fitch ad evidenziare come la situazione in UK sia molto delicata. Fitch ha, infatti, evidenziato come il Regno Unito sia in ritardo rispetto alle altre nazioni europee nell’implementare misure per ridurre il deficit e ha sottolineato come lo sforzo per riportare i conti sotto controllo sarà enorme. Il deficit britannico dovrebbe, infatti, salire sopra l’11% del Pil nell’anno in corso dal 10.5% nel 2009 e scendere solo leggermente sotto il 10% nel 2011. Al termine del periodo di riferimento il debito pubblico del Regno Unito dovrebbe salire all’88% del Pil. Per quanto il nuovo primo ministro Cameron abbia annunciato l’imminente presentazione di un piano di riduzione del deficit, che dovrebbe avere conseguenze negative sulla vita di tutti i cittadini del Regno come da lui stesso dichiarato, questo non è stato ancora reso pubblico aumentando le incertezze sulla sua efficacia.
In questo scenario si terranno oggi le riunioni di politica monetaria di BCE e Bank of England. Da entrambe le riunioni non sono attese variazioni di politica monetaria, ma indicazioni importanti dovrebbero emergere in particolare con riferimento alla conferenza stampa che il presidente della BCE Trichet terrà al termine dell’incontro del Consiglio Direttivo. Durante la conferenza stampa, il Presidente Trichet avrà la possibilità di discutere gli ultimi avvenimenti che la BCE ha dovuto affrontare, a partire dalla decisione di acquistare Titoli di Stato. Trichet spiegherà le motivazioni della decisione, che era stata negata durante l’ultima conferenza stampa per poi deciderne l’adozione dopo due giorni, portando ad una frattura all’interno della BCE. Il presidente della Bundesbank Webber ha, infatti, dimostrato di non approvare tale decisione ritenendola pericolosa per il futuro della BCE e ha dichiarato di sperare che tali acquisti terminino nel più breve tempo possibile. Trichet, inoltre, potrebbe fornire un aggiornamento sul programma: sulla base degli ultimi dati disponibili la BCE ha acquistato sul mercato titoli per EUR40.5bn.
L’aspetto più importante della conferenza stampa dovrebbe, però, essere la pubblicazione da parte della BCE delle nuove proiezioni sulla crescita del PIL e dell'inflazione. Queste permetteranno di valutare l'impatto che la BCE pensi possa avere sull'economia della zona euro nel suo insieme la crisi del debito nei paesi periferici. Nel mese di marzo gli esperti della BCE avevano previsto una crescita del PIL dello 0,8% e dell’1,5% nel 2010 e nel 2011 rispettivamente e l’inflazione all’1,2% nel 2010 e all’1,5% nel 2011. A nostro avviso la BCE potrebbe apportare solo modifiche leggere alle stime precedenti, considerando che la debolezza dell’Euro potrebbe compensare l'impatto negativo della crisi del debito. I primi dati pubblicati con riferimento al mese di maggio, del resto, hanno evidenziato come il settore industriale possa continuare a beneficiare nel breve termine dalla forza della ripresa a livello globale. Ad esempio, l’indice di fiducia delle imprese tedesche IFO di maggio è rimasto sostanzialmente invariato a ridosso dei massimi degli ultimi due anni mentre la fiducia degli imprenditori francesi e italiani è addirittura aumentata in maggio. Solo l’indice di fiducia di analisti ed investitori istituzionali Zew è sceso più delle attese, ma tale ribasso appare comprensibile alla luce del forte ribasso dei mercati azionari nelle ultime settimane. Infine, la BCE dovrebbe confermare che i tassi non dovrebbero spostarsi dall’1% per diversi mesi e almeno per tutto il 2010.
Con riferimento alla Bank of England, la riunione di oggi non dovrebbe portare novità di rilievo. Nonostante l’inflazione sia stata superiore alle attese negli ultimi mesi, la BoE non dovrebbe modificare nel breve termine né il livello dei tassi di interesse (0,5%), né la dimensione del programma di allentamento quantitativo (GBP200bp). Infatti, le proiezioni della BoE continuano a vedere un calo delle pressioni inflazionistiche nella seconda metà dell'anno, a causa dell’elevato livello della capacità produttiva inutilizzato e, a meno che tale diminuzione non si materializzi, la BoE dovrebbe lasciare i tassi invariati allo 0,5% almeno fino alla fine dell'anno. Inoltre, la possibilità che il Governo possa implementare un piano di riduzione del debito, che potrebbe andare a colpire le prospettive di crescita dell’economia, favorirebbe un’estensione della politica monetaria espansiva per non andare a penalizzare ulteriormente la crescita economica.

Solo una nuova recessione potrebbe, invece, spingere la BoE ad estendere il programma di acquisto di asset. Nonostante la ripresa economica inglese appaia ancora molto fragile, le possibilità di una nuova recessione nel breve sembrano piuttosto basse. Lo scenario più probabile, quindi, appare quello che la BoE lasci sia i tassi sia il programma di QE invariato fino al 2011.

Nessun commento:

Posta un commento