mercoledì 5 maggio 2010

Regno Unito alla prova del fuoco: elezioni, riunione della BoE e inflation report

Gli appuntamenti in calendario nel corso dei prossimi sette giorni potrebbero portare a modificare in maniera sostanziale il modo in cui i mercati valuteranno le prospettive del Regno Unito nei mesi a venire. Il primo appuntamento di rilievo saranno le elezioni generali in calendario oggi, che saranno poi seguite nel corso della prossima settimana dalla riunione della Bank Of England (in calendario lunedì 10) e dalla pubblicazione dell’inflation report (mercoledì 12) e di una serie di dati economici importanti, tra cui l’andamento della produzione industriale (martedì 11) e della bilancia commerciale (giovedì 13).
Il risultato che dovrebbe emergere dalle elezioni è quello comunemente considerato il peggiore dai mercati finanziari: la mancanza di un chiaro vincitore, con la conseguente nascita di un Governo di minoranza che avrebbe un gioco difficile nell’implementare quelle riforme necessarie per riportare sotto controllo i conti pubblici. Le possibilità di una chiara vittoria da parte dei Conservatori, unico partito che potrebbe aggiudicarsi la maggioranza assoluta dei seggi, sembrano, infatti, essere limitate, seppure in crescita nei sondaggi degli ultimi giorni (l’ultimo sondaggio di ComRes Ltd assegna ai Conservatori 294 seggi, solo 32 in meno di quelli necessari per avere la maggioranza alla Camera dei comuni). Lo scenario più probabile sembra essere quello che i Liberal-democratici siano l’ago della bilancia tra i due maggiori partiti (Conservatore e Laburista), con la formazione di un Governo con i laburisti che sembra più verosimile rispetto a quello di un governo con i conservatori a causa di maggiori affinità. Il prossimo Governo dovrà quasi necessariamente effettuare delle manovre di bilancio correttive per non fare perdere al Regno Unito il rating di tripla A, come evidenziato dall’agenzia Fitch nel corso del mese di marzo. Le ultime stime della Commissione Europea pubblicate ieri hanno, ad esempio, evidenziato come in mancanza di un aggiustamento di bilancio il rapporto deficit/PIL del Regno Unito, all’11.5% nel 2009, dovrebbe salire nel corso del 2010 al 12% per poi scendere solo leggermente nel 2011 portandosi al 10% (nell’anno finanziario 2011/2012 è atteso scendere al 9,4%). Ancora più preoccupante è la situazione del debito pubblico, che potrebbe salire dall’attuale 68% sino all’86.9% nel corso del 2011, un valore superiore alla media dell’Unione europea. Sfortunatamente, però, come evidenziato in un recente report dell’economista di Societe Generale Brian Hillard, i tre governi di coalizione che si sono formati nel dopo-guerra hanno avuto vita breve, non riuscendo mai a superare l’anno di vita. Nel caso di un governo di coalizione, quindi, le speculazioni sulla capacità o meno da parte del nuovo Governo di riportare i conti pubblici su un sentiero più sostenibile dureranno almeno sino all’autunno, quando sarà presentata la revisione delle spese statali. In tale contesto i rendimenti dei Governativi britannici potrebbero salire nei mesi a venire per le attese di deficit pubblici elevati ancora a lungo.
A tornare al centro dell’attenzione dei mercati potrebbe, inoltre, essere ben presto la politica monetaria della Bank of England. La Banca centrale del Regno Unito, infatti, è sempre stata vista dalla maggior parte degli economisti lasciare i tassi invariati allo 0.5% per tutto il 2010, con alcuni che ipotizzavano addirittura un incremento nei prossimi mesi del programma già completato di acquisto di asset oltre i 200 miliardi di Sterline a causa di una crescita economica che rimane fragile. Gli ultimi dati sull’inflazione relativi al mese di marzo hanno, però, evidenziato un incremento superiore alle attese, al 3.4% y/y e al 3% y/y per quel che riguarda il dato core, facendo ipotizzare che la BoE potrebbe, al contrario, ben presto implementare una politica restrittiva. L’atteso ribasso dell’inflazione nella seconda parte dell’anno sembra, infatti, essere in pericolo e lo stesso atteggiamento dei membri del Comitato di politica monetaria nei confronti dei rischi sull’inflazione sembra essere diventato più cauto, come evidenziato dalle minute dell’ultima riunione. Le nuove proiezioni della BoE su inflazione e crescita economica che saranno pubblicate all’interno dell’inflation report il prossimo mercoledì e spiegate dal Governatore King nel corso della successiva conferenza stampa, forniranno, quindi, maggiori dettagli sulle prospettive di politica monetaria nel corso dei prossimi mesi. Tuttavia, nonostante la stima sull’inflazione potrebbe essere rivista al rialzo (nell’inflation report di febbraio l’inflazione era stata vista all’1% a fine 2010 e al di sotto del target del 2% nel febbraio 2012), appare difficile che la BoE possa alzare i tassi prima della fine dell’anno considerando che la ripresa economica sembra essere ancora fragile.
In particolare, solo nel corso degli ultimi mesi la debolezza della Sterlina nel corso degli ultimi mesi sembra iniziare a farsi sentire sulla crescita economica. Solo in febbraio, infatti, produzione industriale e bilancia commerciale hanno visto dei miglioramenti consistenti, con le esportazioni salite del 9.5% m/m. Tale ripresa, però, non sembra ancora solida e difficilmente la BoE potrebbe decidere nel breve un rialzo dei tassi considerando che questo avrebbe probabilmente l’effetto di rafforzare la Sterlina nei confronti dell’Euro, stanti le difficoltà dell’area Euro. Nonostante il recente rialzo, la Sterlina non dovrebbe, quindi, apprezzarsi in maniera consistente nei confronti della valuta unica europea. Con rendimenti in Governativi in rialzo per le incertezze di Governo e la Sterlina che non è attesa rafforzarsi in maniera consistente a causa della politica monetaria espansiva della Bank of England, il Regno Unito sembra essere poco interessante per chi vuole diversificare i propri investimenti fuori dall’area Euro.

Nessun commento:

Posta un commento