lunedì 8 marzo 2010

Aspettando tempi migliori

Global Strategy Weekly del1 marzo (per una prova del report settimanale Top Down Outlook vai sul sito www.matrada.it)

I dati economici pubblicati nelle ultime settimane sono stati generalmente più deboli del previsto sia negli Stati Uniti sia in area Euro, con il risultato di aumentare le incertezze sulla sostenibilità della ripresa economica in corso e ad aumentare le pressioni al ribasso sui principali mercati azionari internazionali.
Tra i dati economici peggiori delle attese, negli Stati Uniti è stato particolarmente deludente l’andamento dell’indice di fiducia dei consumatori del Conference Board. L'indice è sceso di oltre dieci punti portandosi a 46, il valore più basso dall'aprile del 2009. Le attese del consensus degli economisti raccolto da Bloomberg aveva previsto un calo da 55,9 in gennaio (dato che è stato poi rivisto a 56,3) a 55. Il calo della fiducia è stato generalmente attribuito al negativo andamento del mercato del lavoro nel corso delle ultime settimane, evidenziato dal rialzo delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, e al peggioramento delle opinioni sull’operato dell’amministrazione Obama. Il ribasso della fiducia dei consumatori aumenta la cautela sulle prospettive delle spese dei consumatori, nonostante il fatto che gli studi accademici pubblicati negli ultimi anni non abbiano trovato una conclusione definitiva sul legame tra la fiducia e la spesa dei consumatori.
Per quanto riguarda il settore immobiliare indicazioni negative sono arrivate dai dati sulle vendite di nuove case, scese in gennaio dell’11% m/m, portandosi al minimo storico di 309 mila ed evidenziando che l'estensione del credito d'imposta governativo per chi compra casa potrebbe non essere sufficiente per riaccendere la domanda nel breve termine. Inoltre, gli investitori sono stati delusi dal calo degli ordini beni durevoli ex-trasporti (-0,6% m/m contro attese di mercato di +1% m/m) e dall’aumento delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nel corso dell’ultima settimana (+22 mila a 496k).
In area Euro, è stato il negativo andamento dell’indice di fiducia delle imprese tedesche IFO a dare il via al ribasso dei mercati azionari lo scorso Martedì 23. L’IFO è sceso nel mese di febbraio per la prima volta da aprile '09 – da 95,8 a 95,2 - contro attese di mercato di un aumento a 96. L'indice ha evidenziato che l'economia tedesca, dopo essere rimasta invariata nel 4° trimestre '09, potrebbe crescere ad un ritmo molto moderato anche nei primi mesi del 2010, confermando le indicazioni negative che erano giunte nel corso delle settimane precedenti dall’indice Zew.
Le cattive condizioni meteorologiche da entrambi le parti dell’atlantico sono state generalmente considerate la ragione principale per il negativo andamento degli indicatori economici sinora pubblicati con riferimento ai primi due mesi dell’anno. Infatti, i primi due mesi del 2010 hanno visto temperature inferiori alla media stagionale e bufere di neve diffuse sia negli Stati Uniti sia nell’area Euro, con l'effetto di rallentare l'attività economica. Tali condizioni negative, poi, oltre a creare un danno economico sia diretto, per i costi legati all’emergenza, sia indiretti, per la minore produzione durante quei giorni, rendono molto più difficile il processo di destagionalizzazione dei dati da parte degli uffici di statistica.
In tal senso, il peggio dal punto di vista meteorologico potrebbe non essere ancora finito considerando che la costa est degli Stati Uniti è stata colpita anche in questi ultimi giorni da un’ondata di maltempo, con New York, ad esempio, che nelle giornate di Giovedì e Venerdì è stata ricoperta da oltre 60 centimetri di neve.
Per questo motivo, ci aspettiamo che i dati economici che saranno pubblicati nel corso delle prossime settimane per quanto riguarda gennaio e, soprattutto, febbraio possano continuare a deludere gli investitori, risultando più deboli delle attese.
Una prima prova in tal senso sarà la pubblicazione nel corso della prossima settimana dell’indice di fiducia delle imprese ISM manifatturiero e dei dati sull'occupazione di febbraio negli Stati Uniti - rispettivamente Lunedì 1 e Venerdì 5, -, mentre in area Euro nel corso della prossima settimana non è in calendario la pubblicazione di dati di particolare rilievo sull’andamento dell’attività economica. Le attese sono che l’ISM manifatturiero possa rimanere sostanzialmente invariato rispetto a gennaio, grazie alle positive prospettive delle esportazioni, mentre il mercato del lavoro dovrebbe accusare un leggero indebolimento: gli occupati nei settori non-agricolo dovrebbero diminuire di 30 mila unità nel mese di febbraio, rispetto al calo di 20 mila unità nel mese di gennaio.
Qualora l’andamento dei dati economici di gennaio e febbraio che saranno diffusi nel corso delle prossime settimane dovessero confermare i negativi risultati delle prime indicazioni sinora pubblicate, la crescita economica di Stati Uniti e area Euro nel 1° trimestre del 2010 dovrebbe rivelarsi molto più debole di quanto precedentemente previsto dagli economisti. L’economia statunitense, quindi, difficilmente dovrebbe ripetere il +5,9% q/q ann.to dell’ultimo trimestre del 2010 (rivisto da 5.7% q/q ann.to), mentre la crescita dell’area Euro potrebbe ancora una volta essere anemica dopo il +0.1% q/q del quarto trimestre del 2009.
Come risultato del deludente andamento dell’economia, gli utili aziendali nel corso del primo trimestre potrebbero essere inferiori a quanto previsto dagli analisti, esercitando nel breve termine ulteriori pressioni al ribasso sui mercati azionari e sui rendimenti obbligazionari.
Tuttavia, qualora il rallentamento di 2010 fosse dovuto solo a fattori meteorologici, possiamo aspettarci un rimbalzo dell'attività economica già nei prossimi mesi. Infatti, come evidenziato con riferimento alle vendite al dettaglio dall’economista della Fed Martha Starr-McCluer nel report “The Effects of Weather on Retail sales”, mentre i dati mensili mostrano variazioni di rilievo sulla base delle condizioni meteorologiche, i dati trimestrali evidenziano come il potere esplicativo associato con la variabile tempo è generalmente piuttosto modesto. In questo caso un rimbalzo dei mercati azionari e dei rendimenti obbligazionari è una chiara possibilità nei mesi a venire.
Tuttavia, qualora i dati economici pubblicati durante la primavera non evidenziassero alcun recupero sarebbero una chiara indicazione che l'attività economica in tutto il 2010 potrebbe essere inferiore a quanto stimato dalla maggior parte degli economisti ad inizio anno. Ciò aumenterebbe le pressioni al ribasso sui mercati azionari e sui rendimenti dei titoli Governativi (almeno con riferimento a quelli statunitensi e tedeschi) e aiuterebbe la Fed a mantenere i tassi sui Fed Fund invariati per un periodo prolungato.

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