martedì 9 marzo 2010

Come leggere il rialzo del tasso di sconto da parte della Fed

Speciale sul rialzo del tasso di sconto della Fed scritto il 22 febbraio (www.matrada.it)

Che avrebbe alzato il tasso di sconto in un futuro non troppo lontano la Fed lo aveva annunciato nelle ultime settimane. Nella testimonianza di fronte al Congresso dello scorso 10 febbraio il presidente della Fed Bernanke ha detto che i tassi sarebbero stati alzati dopo non molto tempo e nelle minute della riunione del 26/27 gennaio i membri del Fomc avevano rilevato come un rialzo sarebbe presto stato appropriato. Tuttavia il rialzo di 25 pb allo 0,75% del tasso di sconto deciso lo scorso giovedì ha comunque colto di sorpresa i mercati che non si aspettavano una mossa così presto. E, soprattutto, forse non si aspettavano una mossa al di fuori delle tradizionali riunioni del Fomc, quando solitamente queste decisioni sono prese. L’andamento migliore delle attese di alcuni degli ultimi dati economici, in particolare l’andamento della produzione industriale, degli indici di fiducia delle imprese e del leading indicator di gennaio, oltre che il recupero del mercato azionario dopo le prese di profitto di inizio anno, potrebbero avere convinto la Fed che nel corso dei prossimi mesi potrebbe essere necessario ridurre le politiche di sostegno all’economia e della necessità di dare subito un segnale al mercato.
Il rialzo del tasso di sconto fa seguito alla chiusura in precedenza, in linea con quanto era stato stabilito nei mesi precedenti, di una serie di misure di sostegno al mercato del credito ed è stato concepito dalla Fed come parte del processo di normalizzazione delle pratiche di prestito della Fed. La Fed ha fatto in modo di dirci che la mossa è solo un adeguamento tecnico che non rappresenta un cambiamento di prospettiva della politica monetaria per non scatenare le ipotesi di un rialzo dei tassi sui Fed Fund nel breve.
Il rialzo del tasso di sconto è stata la prima mossa sui tassi di interesse negli Stati Uniti dal dicembre 2008, quando la Fed aveva abbassato il tasso di sconto allo 0,5% e ridotto il tasso obiettivo sui Fed Fund allo 0-0,25%. L’incremento del tasso di sconto da parte della Fed ha l’obiettivo di riportare lo spread tra quest’ultimo e i tassi sui Fed Fund allo 0.50%, incoraggiando le banche a prendere a prestito sul mercato del credito a breve termine piuttosto che usare i prestiti della Fed. Prima dello scoppio della bolla sul mercato del credito nell’estate del 2007 tale spread si attestava all’1% ed era stato ridotto allo 0,50% a metà 2007 e poi ad appena lo 0,25%. L’utilizzo del tasso di sconto era per altro già sceso in maniera notevole nel corso degli ultimi mesi: dai 65,1 miliardi di Dollari presi a prestito dal settore bancario lo scorso anno si era scesi ai 14,1 miliari del 17 febbraio.
Tuttavia, poiché la decisione non influirà direttamente sui tassi sui Fed Fund, non dovrebbe avere conseguenze sui prestiti al settore privato.
La decisione della Fed di alzare il tasso di sconto va nella direzione della rimozione della politica monetaria ultra-espansiva adotta dalla Fed nel corso degli ultimi due anni, con il rialzo dei tassi sui Fed Fund che dovrebbe essere l’ultimo passaggio. Il prossimo passo da parte della Fed dovrebbe essere quello di abbandonare il suo impegno a mantenete i tassi sui Fed Fund su un livello basso per un periodo di tempo esteso. Tale rimozione potrebbe essere decisa già nel corso della prossima riunione, in calendario il prossimo 27 aprile, anche se non è da escludere che la Fed, per non dare motivo agli investitori di temere una serie di rialzi nel breve, possa decidere di aspettare la riunione successiva del 22 giugno.
Ad ogni modo, rialzi dei tassi sui Fed Fund non dovrebbero essere decisi prima della seconda metà del 2010. Anzi, anche se la maggior parte delle investment bank internazionali ha anticipato a Q4 ’10 la stima sul primo rialzo dei tassi sui Fed Fund dopo quanto deciso in settimana, altri esperti di mercato continuano a ritenere che la Fed non alzerà i tassi prima del 2011. Ad esempio, è questo il caso dell’ex membro del Board of Governors Larry Meyer, ora a capo di Macroeconomic Advisers, che continua a ritenere che la Fed non alzerà i tassi prima della metà del 2011. Ma anche il presidente della Fed di Saint Louise James Bullard ha detto che le aspettative su un rialzo dei tassi sono esagerate e che i tassi potrebbero restare all’attuale livello sino al 2011.
La nostra stima è che la Fed attuerà nella seconda parte del 2010 una politica monetaria restrittiva molto più forte di quanto attualmente scontato dal mercato. Le nostre attese, infatti, sono che i tassi sui Fed Fund finiranno il 2010 all’1%. Riteniamo che la Fed, una volta normalizzatosi il ciclo economico con un recupero dell’occupazione, non attenderà troppo prima di alzare i tassi ad un livello meno straordinario per evitare il pericolo di alimentare nuove bolle speculative.
Tuttavia, l’inizio di una fase restrittiva di politica monetaria da parte della Fed nel corso dei prossimi mesi andrebbe considerato un segnale positivo sullo stato di salute dell’economia statunitense. Sarebbe, infatti, il segnale che l’economia è uscita dalla recessione, che è ora in grado di camminare con le proprie forze e che i rischi di spirale deflazionistica sono stati accantonati. Insomma, un rialzo dei tassi da parte della Fed sarebbe da considerare un segnale di fiducia sul futuro dell’economia, anche se i mercati potrebbero soffrirne in un primo momento.

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