lunedì 8 marzo 2010

Outlook sui mercati emergenti

Global strategy weekly del 1 febbraio (per una prova del report settimanale Top Down Outlook vai sul sito www.matrada.it)

I mercati azionari dei paesi emergenti hanno realizzato performance molto positive dall’inizio del trend al rialzo dei maggiori indici internazionali a marzo '09: l'MSCI East Euro è avanzato dell’81%, l'MSCI Emerging Asia, del 102% e l'MSCI America Latina del 67%. Non sorprende, quindi, che questi indici siano stati anche i più colpiti dalle vendite nelle ultime due settimane. Rispetto ai massimi registrati nei primi giorni del 2010, il MSCI East Euro è sceso del 6,2%, l'MSCI Emerging Asia del 7,5% e il MSCI Latin America del 6,3%.
Le performance negative delle ultime due settimane hanno pesato negativamente sul nostro “Top Down Portfolio”, che è ampiamente esposto su tutti i mercati azionari dei paesi emergenti dall'inizio della sua costituzione. Tuttavia, anche dopo la correzione delle ultime due settimane, non cambieremo la nostra raccomandazione di acquisto su questi mercati. Infatti, la maggior parte degli elementi che hanno favorito il rally dei mercati emergenti sono ancora ben presenti.
Il fattore più importante a sostenere i mercati azionari emergenti sono le aspettative che la crescita economica dovrebbe essere robusta sia nel 2010 sia nel 2011. Per fare un esempio, nell’aggiornamento delle stime del World Economic Outlook pubblicato la settimana scorsa, il FMI ha alzato le sue proiezioni per la crescita del PIL nei paesi emergenti economie rispetto a quelle del 2009 dal 5,1% al 6% nel 2010 e dal 6,1% al 6,3% 2011. La maggiore revisione al rialzo ha interessato l'Asia, che dovrebbe crescere dell’8,4% sia nel 2010 (contro il 7,3% previsto a novembre) sia nel 2011 (8,1%). La Cina dovrebbe continuare ad espandersi ad un ritmo robusto, con una crescita del PIL del 10% previsto nel 2010.
Tuttavia, le notizie provenienti dalla Cina sono la ragione principale dietro la sottoperformance dei mercati azionari asiatici ex - Giappone nel corso delle ultime settimane. Infatti, dopo la crescita superiore alle attese del PIL del 4° trimestre del 2009 (+10,7% y/y), le autorità cinesi hanno messo in atto le prime misure restrittive per contenere la crescita del credito e contenere le pressioni inflazionistiche (1,9% y/y nel mese di dicembre). Infatti, la Banca popolare Cinese ha alzato il rapporto per le riserve necessarie, in anticipo rispetto a quanto previsto dal mercato. La PBOC anche ha anche incrementato i rendimenti dei titoli di stato a 3 mesi, 6 mesi e 1 anno Bill nelle ultime settimane. Tuttavia, le voci secondo cui alle grandi banche sarebbe stato imposto di non concedere nuovi crediti sono state negate.
Tuttavia, anche se i mercati hanno reagito in maniera negativa ai segnali di una politica monetaria più restrittiva in Cina, con un ribasso delle borse dei prezzi delle materie prime poiché si teme che questa possa provocare una minore crescita economica, riteniamo che questa decisione sia la conseguenza della forte crescita economica e della volontà delle autorità cinesi di contenere la crescita eccessiva del credito, per prevenire problemi maggiori nei prossimi mesi. Infatti, il forte aumento del debito nel corso del 2009 (i nuovi prestiti sono stati pari a 9,21 mila miliardi di Yuan nel 2009 e dovrebbero scendere a 7,5 mila miliardi di Yuan nel 2010 secondo le stime di Morgan Stanley), è una grande fonte di preoccupazione per la stabilità finanziaria della Cina nei mesi a venire. Per queste ragioni vediamo le decisioni della PBOC come positive in un’ottica di medio termine. I mercati emergenti dovrebbero anche continuare a beneficiare dell’eccesso di liquidità creata dalle maggiori banche centrali internazionali. Infatti, nonostante il miglioramento dell'attività economica, la politica monetaria rimarrà espansiva nelle principali economie internazionali ancora a lungo. Questo è particolarmente vero negli Stati Uniti, in Area Euro, in UK ed in Giappone. Come abbiamo sottolineato nelle precedenti edizioni del "Global Strategy Weekly", riteniamo che la Fed, la BCE e la BoE inizieranno ad aumentare i tassi in H2, mentre la BoJ dovrebbe lasciarli invariati per tutto il 2010 (e probabilmente anche nel 2011). Ciò significa che i tassi dovrebbero restare sotto i livelli neutrali per tutto il 2010. Al contrario, gli analisti di Morgan Stanley hanno sottolineato in una recente ricerca che le banche centrali dei paesi emergenti potrebbero alzare i tassi prima del previsto a causa della forte crescita economica. L'inasprimento della politica monetaria nei mercati emergenti dovrebbe aumentare il flusso di capitali in entrata, aumentando le possibilità di una sovra performance sia delle economie sia delle attività dei mercati emergenti.
Infine, i più importanti mercati emergenti possono fruire di un livello d’indebitamento totale inferiore rispetto alla maggior parte dei paesi sviluppati. Una recente ricerca di McKinsey ha evidenziato come il rapporto debito totale/PIL sia molto più basso nei paesi in via di sviluppo che nei paesi sviluppati. Il processo di deleveraging, che avrà luogo nei paesi sviluppati nei prossimi anni peserà sulla crescita economica di questi paesi per molti anni, rendendo le prospettive dei Paesi emergenti decisamente migliori.
Inoltre, nonostante il forte trend al rialzo degli ultimi mesi, i mercati emergenti non sembrano eccessivamente sopravvalutati ai livelli attuali. Infatti, il rapporto P/utili stimati per i prossimi è inferiore alla media storica, sia in Asia (13.2x rispetto a 14x) sia nei paesi emergenti dell’Europa (8.9x rispetto 10.4x) ed è superiore alla media storica solo in America latina (13.6x versus 10.6x).
Conferiamo la nostra raccomandazione di buy sui mercati azionari dei paesi emergenti anche alla luce della considerazione che il trend di fondo di questi indici rimane al rialzo. Infatti, nonostante la recente correzione, tutti gli indici di riferimento sono ancora ben sopra le rispettive medie mobili a 200 giorni e il nostro indicatore di momentum preferito (che ha come base di riferimento il rendimento a 1 mese, 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 12 mesi), che ha dato un segnale di acquisto alla fine del mese di aprile '09, è ancora positivo. Solo qualora questi indicatori diventassero negativi riconsidereremmo la nostra posizione sui mercati emergenti.

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