mercoledì 17 marzo 2010

La Fed conferma: nessun rialzo nel breve

Il brivido per gli investitori è durato solo qualche secondo. Giusto il tempo di leggere velocemente le prime righe del Comunicato che la Fed ha rilasciato al termine della riunione di ieri, più positivo nella prima parte sullo stato di salute dell’economia statunitense di quanto probabilmente anticipato dalla maggior parte degli esperti di mercato, ed arrivare al terzo paragrafo. E qui non ci sono state spiacevoli sorprese: “Il Comitato continua ad anticipare che le condizioni economiche, inclusi un basso tasso di utilizzo delle risorse, un trend dell’inflazione contenuto e aspettative sull’inflazione stabili, dovrebbero continuare a richiedere livelli sui Fed Fund eccezionalmente bassi per un periodo esteso”.
La frase intorno al quale si giocava tutto l’interesse sulla riunione di Fomc di ieri, per la sua promessa di tassi fermi per un periodo che può essere considerato di almeno 4-6 mesi, è stata confermata in pieno, in linea con quanto era atteso dal consensus degli economisti. Non sono, quindi, servite le manifestazioni di perplessità nel corso delle ultime settimane di alcuni presidenti delle Fed regionali, tra cui quelle di Thomas Hoening della Fed di Kansas City, che ha espresso il proprio dissenso formale nel Comunicato, a far cambiare idea al Fomc sullo scenario più possibile di politica monetaria nei mesi a venire. Secondo Hoening, il riferimento a tassi bassi per un periodo esteso non è più necessario perché “potrebbe portare ad un incremento degli squilibri finanziari e aumentare i rischi sulla stabilità economica e finanziaria di lungo periodo”. James Bullard della Fed di Saint Louise, invece, pur essendo stato critico nei confronti di tale frase nelle scorse settimane non ha manifestato alcun dissenso formale, come del resto aveva lui stesso anticipato.
La Fed è comunque parsa a guardare agli ultimi progressi economici con più fiducia. Ad esempio, con riferimento al mercato del lavoro, è stato evidenziato come questo si stia stabilizzando, mentre in gennaio era stata segnalata solo una riduzione del peggioramento, anche se le imprese continuano a restare “riluttanti” nell’incremento il numero di occupati. La Fed ha anche evidenziato il forte miglioramento degli investimenti in equipment e software da parte delle aziende, un segnale di come il settore industriale si stia riprendendo dalla forte contrazione del periodo 2008/2009. In senso negativo, la Fed ha sottolineato come gli investimenti in strutture da parte delle aziende sono in discesa e le costruzioni di case rimangono invariate a livelli depressi.
Infine è da segnalare come la Fed abbia confermato, in linea con quanto pianificato in precedenza, che il programma di acquisto di titoli con alle spalle mutui immobiliari emessi dalle GSE per USD1250bn e di debito emesso direttamente dalle GSE per USD175bn finirà il 31 marzo mentre l’ultimo programma di sostegno alla liquidità ancora in vigore, il Term Asset-Backed Securities Loan Facility, chiuderà come preventivato il prossimo 30 giugno con riferimento ai nuovi titoli con collateral di mutui commerciali e il 31 marzo con riferimento a prestiti con tutti gli altri tipi di collateral.
Il tono del Comunicato pubblicato al termine della riunione di ieri, per la sottolineatura dei progressi dell’economia statunitense, sembra aumentare le possibilità che la Fed rimuova la promessa di tassi fermi per un periodo esteso al termine della riunione del prossimo 28 aprile, o al più tardi in quella del 23 giugno. Tuttavia tale decisione rimane tutt’altro scontata. Per quanto in netto miglioramento, l’economia statunitense rimane ancora molto fragile. A ricordarlo proprio ieri sono stati il Segretario al Tesoro Geithner, il direttore del bilancio Orszag e il presidente dei consiglieri economici del Presidente Obama Romer, che hanno evidenziato come il tasso di disoccupazione non dovrebbe scendere sotto il 9.7% quest’anno, con qualche incremento nel breve termine che appare possibile. Con un’inflazione che rimane contenuta ed un output gap che secondo il Congressional Budget Office che dovrebbe restare negativo per il 6% per tutto il 2010 e non dovrebbe chiuderi prima del 2015 la Fed potrebbe mantenere tassi fermi molto a lungo ed alzarli in maniera solo molto graduale nei mesi successivi. La stima di consensus di tassi allo 0,75% a fine anno, per quanto uno scenario perfettamente plausibile, potrebbe peccare in eccesso.

1 commento:

  1. è una bella notizia quella di mantenere i tassi vicino allo zirp, vista la disoccupazione trabordante.

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